La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio scoperto dopo 20 anni, l’ipotesi: Olianas testimone di un sequestro

I carabinieri del Ris recuperano i resti di Bernardo Olianas
I carabinieri del Ris recuperano i resti di Bernardo Olianas

I carabinieri del Ris hanno stabilito che i resti trovati da alcuni speleologi in una grotta tra Osini e Ussassai appartengono a un uomo scomparso nel 1996. Una pista porta al rapimento di Ferruccio Checchi avvenuto nel 1995

05 novembre 2016
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USSASSAI. Un mucchietto di ossa in fondo all’ingresso di una grotta. Un teschio con un foro in fronte, un proiettile calibro 7,65 e decine di monetine intorno a quei resti coperti in parte da un paio di ruvidi pantaloni scuri di tipo militare. Un omicidio. Ma chi era la vittima? Da quel giorno di maggio del 2014 sono serviti oltre due anni per accertare che lo scheletro era di Antonio Bernardo Olianas.

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Un pastore incensurato. Solitario. Antonio Bernardo Olianas di Ussassai era stato giustiziato. Un colpo di pistola in fronte. Probabilmente sparato a bruciapelo, visto che il foro di entrata del proiettile era molto definito. Un omicidio.

E così la memoria corre indietro nel tempo. Agli anni bui del banditismo. Fino a due giorni fa, si era ipotizzato che quelle ossa potessero essere di uno dei tanti sequestrati mai tornati a casa. Ma subito dopo il ritrovamento dello scheletro a “Bruncu s’armidda”, le ipotesi sull’identità erano state due: una portava al latitante Giovanni Prasciolu di Dolianova, un bandito tra i più temuti in quegli anni e scomparso nel nulla proprio in Ogliastra. Prasciolu si era dato alla macchia nel marzo 1979 per il delitto di un pensionato. Durante la latitanza era diventato il luogotenente di Adolfo Cavia, il bandito di Urzulei condannato per il sequestro di Piera Demurtas e coinvolto in un'altra decina di rapimenti, trovato morto nella chiesetta campestre di San Basilio, nel cuore dell’Ogliastra, il 4 gennaio 1999. L’altra pista portava ad Antonio Bernardo Olianas, l’allevatore di Ussassai scomparso il 29 gennaio 1996. Ora il Dna ha accertato che quei resti sono del pastore. Giustiziato forse perché aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere.

E in quelle zone, l’unica cosa che Olianas non avrebbe dovuto vedere in quegli anni era un sequestrato. Tornando indietro nel tempo, l’unico episodio collegabile al delitto è il sequestro dell’imprenditore Ferruccio Checchi, rapito il 18 maggio 1995 a Cala Gonone e rilasciato in circostanze misteriose, dopo 160 giorni di prigionia, nella vallata di Lanaittu.

Una zona lontana ma non troppo da Ussassai. Così come lontana ma non troppo era la grotta in cui l’imprenditore era stato tenuto in ostaggio. (plp)

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