La Nuova Sardegna

Sassari

Scuole e accorpamenti, rivolta a Carbonazzi

di Antonio Meloni
Scuole e accorpamenti, rivolta a Carbonazzi

Proteste contro il piano di dimensionamento. L’assessora: «È provvisorio» I genitori ieri hanno manifestato per dire no al trasferimento nel centro storico

02 dicembre 2016
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SASSARI. Tira aria di bufera sul piano di dimensionamento scolastico appena licenziato dalla giunta di Palazzo Ducale. Quelli che fino ai giorni scorsi erano solo mugugni sommessi, si sono trasformati in aperta polemica nei confronti del provvedimento appena varato dall’assessora comunale alle Politiche educative, Maria Vittoria Casu.

Le prime bordate sono partite dal quartiere di Carbonazzi dove martedì sera, durante un consiglio di circolo straordinario, convocato in tutta fretta dopo la pubblicazione del piano, è maturata la decisione di contestare il previsto accorpamento delle due scuole di via Forlanini e via De Muro alla media di San Donato e chiedere al Comune di rivedere il provvedimento. Ieri mattina, giorno di presentazione del piano in Provincia, c’è stata una manifestazione di protesta inscenata da un folto gruppo di genitori di fronte al Palazzo di piazza d’Italia e poi sono stati ricevuti dal sindaco Nicola Sanna.

«Hanno fatto una scelta – spiegano in un documento i rappresentanti dei genitori e degli insegnanti – che appare contraria alle linee guida fissate dalla Regione per il dimensionamento della rete scolastica, dove è previsto che le autonomie proposte, relativamente al primo ciclo di studi, debbano essere tendenzialmente improntate al modello dell’istituto comprensivo, avere il più possibile una connotazione territoriale ed essere coerenti con l’effettivo percorso di studi scelto dagli studenti».

Insomma, genitori e insegnanti ritengono che il quartiere di Carbonazzi, sede delle due scuole dell’infanzia e della primaria, in quanto periferico sia troppo distante dagli istituti di riferimento del nuovo comprensorio, in particolare le medie, che si trovano in centro storico (via dei Gremi e via Satta). Nessun genitore, in caso di approvazione del piano, sarebbe disposto a iscrivere i propri figli in una scuola così lontana. La prosecuzione naturale – così come è adesso – prevede che i piccoli studenti delle due scuole proseguano gli studi alla media 12 di via Mastino, vicino a piazzale Segni, poco distante dal loro quartiere.

«La dodici – spiegano infatti genitori e insegnanti – fin dalla sua nascita ha rappresentato il punto di riferimento per il quartiere di Carbonazzi, mentre oggi la scelta di allontanare la scuola media rompe un legame storico e rischia di portare, nel tempo, a un progressivo impoverimento degli istituti di via Forlanini e via Demuro». «A questo – si legge ancora nel documento – si somma l’insensato uso di tempo e risorse del corpo docente dei due istituti, chiamato a coordinarsi e sviluppare sinergie educative con docenti di una scuola media (San Donato) nella quale i loro alunni mai si iscriveranno e di cui non potranno mai beneficiare». La sensazione che si respira, dunque, è che la discussione sul provvedimento varato dalla giunta comunale sia solo all’inizio.

La proposta è stata presentata alla conferenza provinciale di organizzazione della rete scolastica che dovrà approvare il piano di tutta la provincia prima del 7 dicembre. Entro quella data, infatti, l’amministratore straordinario della Provincia dovrà inviare in Regione il nuovo piano per la relativa approvazione. Mercoledì mattina una delegazione di genitori delle due scuole di Carbonazzi ha incontrato l’assessora Maria Vittoria Casu che ha spiegato come la scelta fatta dalla giunta sia il risultato di una serie di valutazioni relative alla gestione della nuova rete scolastica legata anche al previsto futuro decremento della popolazione nel centro storico.

L’assessora comunale alle Politiche educative ha anche rassicurato i rappresentanti dei genitori sul fatto che il piano è provvisorio e che entro ottobre del 2018 dovrebbe essere ridefinito in base a una serie di ulteriori valutazioni. Maria Vittoria Casu ha infine suggerito ai genitori di costituire un comitato che consentirebbe l’accesso al tavolo tecnico in fase di attivazione per la discussione e la rimodulazione degli istituti comprensivi.

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