La Nuova Sardegna

Sassari

Processo Erittu, la difesa: «Assolvete gli agenti»

di Luca Fiori
Processo Erittu, la difesa: «Assolvete gli agenti»

Per Mario Sanna e Giuseppe Sotgiu il Pg ha chiesto rispettivamente l’ergastolo e un anno e sei mesi

07 dicembre 2016
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SASSARI. «Mario Sanna non aprì la cella di Marco Erittu per permettere a Giuseppe Bigella e Nicolino Pinna di entrare e soffocarlo. Non esiste nessun riscontro che proverebbe le dichiarazioni di Bigella e non si capisce che beneficio avrebbe avuto Sanna, dopo trent’anni di servizio nella polizia penitenziaria, nel rendersi complice di tale delitto».

Ieri, davanti alla corte d’assise d’appello presieduta da Plinia Azzena (a latere Marina Capitta), l’avvocato Mattia Doneddu, difensore dell’agente Mario Sanna, ha provato a smontare le accuse del procuratore generale Gian Carlo Moi che la scorsa udienza aveva chiesto l’ergastolo per Sanna e per gli altri due principali imputati Giuseppe Vandi, ritenuto il mandante dell’omicidio di Erittu e Nicolino Pinna. «È stata la stessa perizia disposta in primo grado dalla corte d’assise ad escludere il delitto - ha detto l’avvocato Doneddu - Mario Sanna deve essere assolto». E l’assoluzione è stata chiesta anche per l’agente Giuseppe Sotgiu, accusato di favoreggiamento. Per lui il procuratore generale aveva sollecitato un anno e sei mesi di reclusione. «Sotgiu non ha favorito nessuno - ha detto ai giudici il suo difensore l’avvocato Gabriele Satta - dal primo momento ha raccontato agli inquirenti di aver visto Erittu per terra e di aver chiamato i soccorsi. Per questo è giusto che venga assolto come è già accaduto in primo grado». Processo di primo grado che la scorsa udienza era stato ricostruito dal procuratore generale Moi, che aveva anche chiesto di «disporre la parziale rinnovazione del dibattimento mediante l’espletamento di un’altra perizia medico legale sulla causa della morte e un accertamento tecnico sulla striscia di coperta in sequestro per la ricerca di tracce biologiche e l’estrazione del Dna per l’attribuzione alla vittima». Il detenuto Marco Erittu era stato trovato senza vita nella sua cella di San Sebastiano il 18 novembre del 2007. In primo grado i giudici della corte d’assise non avevano creduto al pentito Giuseppe Bigella e avevano assolto tutti gli imputati spiegando nelle motivazioni che l’istruttoria dibattimentale non aveva consentito «di acquisire, oltre alle dichiarazioni auto ed etero accusatorie di Bigella, elementi idonei dotati di un minimo di certezza tali da far ragionevolmente ritenere che la morte di Erittu sia da ricondurre a un omicidio piuttosto che a un suicidio, così come concluso nelle prime indagini del 2007». Prossima udienza il 16 gennaio.

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