La Nuova Sardegna

Sassari

Sosta selvaggia, l’odissea di un disabile

di Luigi Soriga
Sosta selvaggia, l’odissea di un disabile

I vigili urbani filmano il quotidiano percorso a ostacoli di un giovane in carrozzina e del padre 80enne in via IV Novembre

16 dicembre 2016
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SASSARI. Ogni giorno, in via IV Novembre, almeno una decina di auto occupano i marciapiedi. È uno scenario urbano al quale lo sguardo si abitua, alla fine si smette di farci caso. Però una sedia a rotelle cambia la percezione della città, guardare le cose da seduti ti dà una prospettiva diversa. «Finché non sei costretto su una carrozzina – dice Davide – non potrai mai capire quanti ostacoli incontri un portatore di handicap. Se le difficoltà non le vivi sulla tua pelle, avrai sempre degli occhi distratti e indifferenti. E non immagini certo cosa comporti una macchina sopra un marciapiedi o uno stallo disabili occupato abusivamente».

Anche Davide, sino a 3 anni fa, aveva uno sguardo sbadato e privo di interesse. Aveva 37 anni, faceva il sarto, e gli piacevano andare in moto. Una sera ha visto all’ultimo momento la rotatoria sulla Buddi Buddi, e la sua vita è cambiata per sempre. Gambe spappolate, arresto cardiaco, un mese di coma. Si è risvegliato con gli arti inferiori insensibili, e con le mani incapaci di stringere un oggetto. La non autosufficienza gli ha consegnato un’esistenza da ripensare completamente, dove ogni strada è un percorso a ostacoli e dove un piccolo gradino diventa una montagna. Ora dipende in tutto da suo padre Francesco, che ha 80 anni e si prende cura di lui. Ogni giorno lo deve accompagnare o in piscina per la riabilitazione, o dal fisioterapista. Ma uscire dal portone di casa in via IV Novembre e trovare davanti a sè ogni giorno un percorso di guerra, non facilita certo le cose. «Spesso trovo il nostro stallo disabili occupato, devo parcheggiare in via Tempio. Poi ci sono le auto sui marciapiedi o sugli scivoli, e passare con la carrozzina diventa un’odissea. E questo capita anche nelle giornate di pioggia. Per mio figlio tutto questo è mortificante e a volte piuttosto che sottopormi a questa fatica, preferisce tirare i remi in barca: babbo lascia perdere, mi ha detto, preferisco non andare più a fare riabilitazione».

Questo il signor Francesco Nuvoli ha raccontato in una lettera al sindaco Nicola Sanna e al comandante dei vigili urbani Gianni Serra. E proprio a quest’ultimo è venuta l’idea: «Abbiamo pensato di accompagnare Davide e Francesco nel loro tragitto quotidiano, e filmare le difficoltà che incontrano ogni giorno». Il risultato è un bellissimo video, realizzato sia in soggettiva con una action cam installata sulla carrozzina, sia attraverso riprese di un operatore a poca distanza.

E per tre minuti lo sguardo di Davide e quello di tutte le persone normalmente abili e distratte si allinea in una identica percezione. I centimetri diventano preziosi, e ogni ruota su un marciapiede ruba spazio vitale. Così lo slogan finale del video diventa un monito: «Il vero handicap è la maleducazione».

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