Abbanoa, il comitato per l’acqua va avanti
I promotori della class action contro il gestore regionale si appellano dopo la sconfitta in primo grado
SASSARI. Non ha intenzione di arrendersi il Comitato per l’acqua, che da anni battaglia nelle auel di tribunale portando avanti due class action contro Abbanoa. Tentativo stoppato dal tribunale di Cagliari per ben tre volte. L’ultima pochi giorni fa, con il tribunale (presiduto sempre dallo stesso giudice peraltro) che ha respinto la causa perché ha ritenuto che l’inutilizzabilità dell’acqua ai fini contrattualmente previsti (uso potabile, preparazione cibi e bevande ed altri usi domestici) non è un diritto omogeneo per tutti gli utenti, dovendosi distinguere tra utente ed utente a seconda del grado di inutilizzabilità dell’acqua (bere, cucinare, igiene personale ).
«Sentenza contro cui – spiega il presidente del Comitati Pierpaolo Panu – abbiamo già presentato ricorso in appello. E su cui comunque Abbanoa ha detto, come sempre, varie falsità. È clamorosamente falso ad esempio – spiega Panu – che alcun organo di giustizia abbia mai sostenuto che la responsabilità derivante dalla non potabilità dell’acqua non può i alcun modo essere ascritta al gestore del servizio idrico integrato, atteso che detta problematica risulta riconducibile allo stato di vetustà e degrado delle condotte idriche delle quali Abbanoa ha solo la gestione. Questa è la difesa di Abbanoa, contenuta nei suoi scritti difensivi, e riportata dall’ordinanza nella parte dedicata alla descrizione delle ragioni addotte dalle parti. L’attribuzione ai giudici delle affermazioni di Abbanoa, solo perché riportate nella parte descrittiva dell’ordinanza costituisce quindi falsificazione della realtà».
«È chiaro invece – continua l’ex consigliere comunale – che la responsabilità della non potabilità dell’acqua è tutta di Abbanoa, e nessun giudice italiano ha mai sostenuto il contrario. Tale prospettazione anzi è stata implicitamente respinta, visto che la Class Action non è stata dichiarata inammissibile per manifesta infondatezza. Vero è che la Class Action è stata dichiarata inammissibile perché il Tribunale ha ritenuto che l’inutilizzabilità dell’acqua ai fini contrattualmente previsti non è un diritto omogeneo per tutti gli utenti, dovendosi distinguere tra utente ed utente a seconda del grado di inutilizzabilità dell’acqua. Vero è altresì che questa non è la seconda, ma la terza sconfitta nel Tribunale di Cagliari, peraltro sempre presieduto dalla stessa persona fisica, una sola delle quali è stata vagliata, e riformata, dalla Corte d’Appello. La seconda, nella quale la Class Action era stata dichiarata inammissibile perché era stato pubblicato l’estratto dell’ordinanza di ammissione e non il testo integrale, è stata appellata con udienza fissata davanti alla Corte d’Appello per il 7 aprile e questa terza, che non ha convinto nessuno, è stata anch’essa appellata»