La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, rapina in gioielleria: paura alla chiusura

di Gavino Masia
Porto Torres, rapina in gioielleria: paura alla chiusura

Due banditi con le pistole in pugno hanno portato via 25mila euro di preziosi. Titolari e clienti rinchiusi dentro il bagno

16 febbraio 2017
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PORTO TORRES. Hanno atteso nel buio a viso coperto che una cliente uscisse dalla gioielleria Puggioni, in via Manzoni, poi sono entrati in azione armati di pistole e non hanno esitato a puntarle in faccia ai titolari e a due clienti. Il bottino è di circa 25mila euro.

La rapina è andata in scena martedì sera poco prima della chiusura, intorno alle 19,30: due malviventi sono arrivati in via Manzoni (una traversa di viale delle Vigne) e hanno messo in atto il colpo che sicuramente avevano studiato nei dettagli. A cominciare dalle criticità favorevoli, considerato che quella via è priva di illuminazione pubblica ed è facile nascondersi e scappare facilmente. Una scena di terrore quella che si è presentata davanti alla titolare Elena Puggioni, a suo marito e alle due clienti: i due rapinatori impugnavano le pistole, uno indossava il casco da integrale motociclista, l’altro aveva il viso coperto da un passamontagna. Mentre uno dei malviventi minacciava i titolari della gioielleria e le due signore con la pistola, chiedendo con insistenza denaro, il secondo ha fatto razzia di gioielli svuotando la cassaforte. Prima di darsi alla fuga i due hanno rinchiuso le quattro persone nel bagno, quindi si sono dileguati nel buio senza che nessuno avesse notato, prima e dopo la rapina, la loro presenza in via Manzoni.

I carabinieri (la caserma è a 200 metri) sono arrivati dopo la chiamata dei titolari, e hanno acquisito le prime informazioni, in particolare le immagini registrate dalle telecamere.

I proprietari non hanno ancora quantificato esattamente il valore della merce rubata (potrebbe essere intorno ai 25mila euro). Lo stress è stato molto forte e non sarà facile dimenticare.

«Le pistole puntate sulle nostre facce non sono state certamente le cose più belle della vita - ha detto ieri mattina la titolare della gioielleria Elena Puggioni - e dopo questo brutto episodio rimane un grande spavento: si sono presentati col viso coperto e ci hanno minacciato con insistenza, parlavano italiano e con una cadenza molto simile a quella locale, poi ci hanno chiuso nel piccolo bagno dove siamo rimasti stretti e impauriti in attesa che andassero via».

Insieme alle tre donne c'era anche il marito della titolare, Gianni Proli, che ha cercato di tranquillizzare la moglie e le altre due clienti: «Quando ci hanno minacciato con l'arma in pugno – ricorda – ho detto di non reagire perché altrimenti ci avrebbero potuto fare del male. In questi casi è sempre meglio mantenere la calma».

Nel negozio vicino alla oreficeria c'è un negozio, “Piante e Fiori”, e la proprietaria Tiziana Schiaffino non si è accorta di nulla di quello che stava accadendo in quanto all'interno della rivendita floreale c’erano dei clienti impegnati negli acquisti per la festa di San Valentino. «Solo all'arrivo della pattuglia dei carabinieri ci siamo resi conto che qualcosa non stava andando per il verso giusto – dice – e avvicinandoci alla gioielleria siamo venuti a conoscenza della rapina: la precedente amministrazione aveva impostato l'illuminazione pubblica di tutta via Manzoni, dimenticandosi però proprio di questo tratto che va da viale delle Vigne a via Enrico Costa». Durante le ore serali c'è infatti tanta preoccupazione per la presenza di due palestre frequentate anche da bambini, che devono stare attenti alle automobili che sfrecciano nella strada completamente buia. Ai lati c’è poi lo sterrato e dei ruderi circondati da erbacce, insomma dei nascondigli perfetti e poco distanti dal luogo dove i malviventi hanno messo a segno la rapina a mano armata.

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