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Sassari, cocaina rubata nel deposito sequestri: l’inchiesta si allarga

di Nadia Cossu
Sassari, cocaina rubata nel deposito sequestri: l’inchiesta si allarga

I due dipendenti degli uffici giudiziari arrestati mercoledì non hanno risposto alle domande del gip. Rimangono in carcere

11 marzo 2017
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SASSARI. Hanno scelto il silenzio davanti a quel giudice che chissà quante volte avranno accompagnato in auto nei suoi viaggi di lavoro per la Sardegna. Stavolta, però, lui era lì per interrogarli e loro hanno preferito non rispondere. È un diritto e lo hanno “esercitato”.

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Venerdì mattina, Mauro Cuccuru e Danilo Martini, i due dipendenti del tribunale di Sassari finiti in carcere mercoledì sera perché trovati in possesso di un chilo di cocaina, sono comparsi davanti al gip Antonello Spanu per l’interrogatorio di garanzia. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, in serata il giudice ha convalidato gli arresti e ha rigettato la richiesta di attenuazione della misura cautelare presentata dagli avvocati difensori Antonello Fancellu (per Cuccuru) e Graziella Meloni (per Martini). I due restano quindi in carcere. E le indagini degli inquirenti vanno avanti, ci sono diversi «aspetti da chiarire» e quindi l’inchiesta è tutt’altro che chiusa.

Nel palazzo di giustizia di via Roma è l’argomento del giorno, lo si coglie dalle parole e dagli sguardi ancora increduli dei tanti che lavorano in tribunale e che ogni giorno scambiavano due chiacchiere o una sigaretta con Cuccuru e Martini. La droga che i due autisti avevano al momento dell’arresto, secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu e seguite in prima persona dal procuratore capo Gianni Caria, sarebbe stata portata via dall’ufficio “corpi di reato” che si trova all’interno del tribunale e nel quale i due lavoravano.

Dipendenti “storici” del palazzo, e proprio per questo molto conosciuti, ieri mattina, come prevedibile, non hanno risposto alle domande del gip. I legali hanno infatti necessità di leggere tutti gli atti per capire i dettagli dell’indagine eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo comandato dal capitano Antonio Pinna. Gli avvocati hanno parlato di due uomini «devastati», «molto provati» e «sorpresi» per quello che sta loro succedendo. Hanno preferito restare in silenzio – su indicazione degli stessi legali – considerata anche la delicatezza della vicenda: arrestati in flagranza, a due passi dal tribunale dove entrambi lavorano da tanti anni, con un grosso quantitativo di droga che secondo gli inquirenti era destinato al mercato sassarese. Le indagini dei militari – con la supervisione della Procura della Repubblica – non sono concluse e l’impressione è che andranno avanti per cercare di capire, ad esempio, come sia stato possibile per i due arrestati impossessarsi della cocaina senza essere scoperti.

Venerdì, intanto, nel piano intermedio del palazzo di giustizia la porta dell’ufficio corpi di reato era chiusa. Lavori di inventario assolutamente necessari dopo quanto accaduto. Considerato che la droga sarebbe stata prelevata da quella stanza, c’è chiaramente l’urgenza di capire se possano esserci altri ammanchi. Un lavoro scrupoloso che richiederà tempo ed estrema attenzione da parte di chi lo svolgerà. E infatti in mattinata alcune udienze sono saltate proprio perché i corpi di reato da portare nel processo non erano disponibili.

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