La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, ex consigliere comunale rischia di finire per strada: «Mi hanno portato via tutto»

di Gavino Masia
Porto Torres, ex consigliere comunale rischia di finire per strada: «Mi hanno portato via tutto»

L’incredibile storia di Carlo Sedda, 75 anni, al centro di uno scontro con la nipote: «Dopo sessant’anni sfrattato e senza più un soldo»

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PORTO TORRES. Martedì mattina l’ufficiale giudiziario suonerà alla porta dell’abitazione di via Sassari dove risiede l'ex consigliere comunale e poeta Carlo Sedda - cardiopatico, con due operazioni a cuore aperto, diabetico e in cura per una pancreatite acuta - per ordinargli di lasciare l’appartamento dove ha vissuto per 60 anni. Un procedimento innescato dalla nipote contro lo zio di 75 anni, che vuole l’intero possesso della casa così come risulta dal testamento olografico firmato dalla sorella defunta di Carlo. Una storia triste e per certi versi incredibile, considerando soprattutto le condizioni fisiche attuali di Carlo Sedda (da anni su una carrozzella), che il 22 marzo approderà in tribunale per la prima udienza decisa dal giudice.

«A maggio dello scorso anno è morta mia sorella Caterina - racconta Carlo Sedda - e dopo 10 giorni questa nipote mi ha spedito un avviso che mi intimava di lasciare subito la casa: a giugno sono dovuto andare d’urgenza in ospedale per un intervento chirurgico e quando sono stato dimesso ho trovato serrature nuove nell’abitazione».

Durante il periodo del ricovero, dal 2 luglio al 4 settembre 2016, in quella casa di via Sassari c’è stata parecchia agitazione e e Carlo Sedda è stato costretto a trasferirsi per un periodo nella casa di riposo Martiri Turritani di via Libio. «Quando sono rientrato nella casa - aggiunge il poeta -, grazie all’ordinanza del giudice, non ho più trovato tutto il mio mobilio e quello di mia sorella: mancavano tre credenze grandi e una piccola, tre armadi grandi e uno piccolo, due tavoli grandi, due televisori con i mobili di appoggio, dodici sedie, due letti, un freezer grande e un comò dove nell’ultimo cassetto non c’erano più neanche i 3020 euro che avevo lasciato».

Su questi aspetti, l’ex consigliere comunale ha presentato a suo tempo una circonstanziata denuncia ai carabinieri nella quale sono menzionati anche «una serie di lavori di ristrutturazione eseguiti senza autorizzazione».

Il ritorno dall’Ospedale di Carlo Sedda è stato dunque traumatico sotto il profilo umano, con momenti difficili dovuti alle sue patologie, e solo grazie al supporto economico di un fratello e di una sorella, e alla cure della badante, sta riuscendo a superare questa lunga parentesi inaspettata. «Nel recente passato andavamo sempre d'accordo con mia nipote e sua madre – dice l'ex consigliere –, tanto che nel 2014 avevo lasciato il mio bancomat a disposizione per pagare le utenze domestiche: la sorpresa negativa fu che nell’aprile 2015 erano spariti 9mila euro dalla carta bancomat (documenti registrati e anche questi a disposizione degli inquirenti) e nel mese successivo il mio conto corrente fu completamente svuotato con il prelievo degli ultimi mille euro».

Zio e nipote ora comunicano per vie legali e l’ultimo controricorso della donna è quello che riguarda l'intervento dell’ufficiale giudiziario che martedì alle 9 consegnerà a Carlo Sedda la notifica dello sfratto dalla casa dove ha vissuto per sessanta anni. «Non avrei mai pensato di essere trattato in questo modo da mia nipote a da sua madre - conclude - ed ero pronto a mettere le mani sul fuoco per l'affetto che provavo per loro: continuerò a battermi per fare valere i miei diritti e spero di avere giustizia».

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