La Nuova Sardegna

Sassari

Immobili abusivi: il Tar dà torto al Comune

Immobili abusivi: il Tar dà torto al Comune

L’amministrazione di Sorso perde in giudizio contro il proprietario a cui aveva intimato la demolizione

06 aprile 2017
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SORSO. Il Comune acquisisce al patrimonio gli immobili abusivi ma il Tar dà ragione al proprietario. Tutto nasce nel mese di marzo del 2015, quando i tecnici dell’amministrazione comunale sorsense ordinano a Graziano Benedetto Gosmino la demolizione di un fabbricato utilizzato come scuderie e stalle che si trova in un terreno a San Michele.

Il proprietario avanza quindi al Comune una richiesta di accertamento di conformità in modo da ottenere il rilascio di una concessione edilizia in sanatoria. A quel punto, il Comune elabora la richiesta e rigetta l’istanza spiegando che le opere non rispettano la distanza minima di 100 metri dal confine della zona urbanistica D, così come previsto nelle norme di attuazione del Puc.

Qualche mese più tardi, una volta chiuso il procedimento il Comune torna alla carica intimando al proprietario la demolizione dei manufatti abusivi oggetto di accertamento di conformità.

E il proprietario risponde impugnando sia il diniego all’accertamento di conformità che la nota di intimazione a demolire le opere. Passano poche settimane e in Comune decidono di annullare d’ufficio entrambi i provvedimenti.

Si arriva così al mese di febbraio del 2016, quando il dirigente del secondo settore invia una nota informando Graziano Benedetto Gosmino che di lì a poco sarebbero cominciate le operazioni di acquisizione al patrimonio dell’ente, così come prevede la legge in materia. E il proprietario impugna anche questa comunicazione. Nei giorni scorsi, con la sentenza numero 229/2017, il collegio di giudici del Tar formato da Francesco Scano (presidente, estensore), Tito Aru (consigliere) e Giorgio Manca (consigliere) ha accolto il ricorso del proprietario.

«L’amministrazione comunale - si legge nel dispositivo - in seguito all’annullamento in autotutela del diniego sull’istanza di accertamento di conformità del ricorrente, ha provveduto all’acquisizione e immissione in possesso degli immobili in virtù dell’ordinanza di demolizione 12/2015; quest’ultima divenuta inefficace in seguito alla proposizione dell’istanza di sanatoria da parte del ricorrente».

In altre parole, il Comune non poteva acquisire gli immobili al patrimonio dell’ente. Infine, i giudici hanno condannato il Comune (che non si è costituito in giudizio) al pagamento in favore del ricorrente delle spese del giudizio quantificate in 2500 euro. Si conclude in questo modo una vicenda che andrà a incidere sull’entità delle casse comunali. (s.s.)

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