La Nuova Sardegna

Sassari

Ossi, esposto alla Procura  contro la nuova concessione alla cava di Su Padru 

di Pietro Simula
Ossi, esposto alla Procura  contro la nuova concessione alla cava di Su Padru 

L’atto è firmato dalla segretaria del Pd Giuranna e dall’ex sindaco Lubinu Vanno avanti gli accertamenti sull’esistenza di un ipogeo preistorico nell’area

28 maggio 2017
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OSSI. Tira aria di contestazione popolare contro l’autorizzazione alla riapertura della cava di Su Padru da parte del Servizio attività estrattive dell’assessorato regionale dell’Industria. Gli incontri interlocutori, e comunque non risolutivi, di una delegazione dell’amministrazione comunale con le autorità regionali hanno avuto seguito in un’assemblea popolare in cui il sindaco ha fatto un resoconto della situazione. A fare da cornice alla manifestazione un corteo in cui sono comparsi striscioni contro le cave di Su Padru, che si sono poi moltiplicati comparendo in diversi punti strategici della provinciale n. 3 tra Ossi e Scala di Giocca, oltre che sulla facciata del palazzo comunale. L’ultima mossa è stata messa in atto dalla segretaria Pd Tatiana Giuranna e dall’ex sindaco Pasquale Lubinu che congiuntamente hanno inviato un esposto alla Procura della Repubblica. A tal proposito, spiegano in un comunicato, per la Regione Sardegna la cava di Su Padru dista «circa un chilometro» dal centro abitato; per la società concessionaria, l’Industriale Monte Rosè, «1,5 km», come risulta dai documenti ufficiali. Niente di più inesatto, a loro parere: «Abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica - dichiarano -, come sia possibile che vengano dichiarate quelle distanze quando la strada provinciale Su Tuvu-Sas Renas dista 117 metri, il campo di calcio 165 metri, il Palazzetto dello Sport 235, il deposito di stoccaggio del gas per la rete cittadina 250, le case ex Iacp di via San Leonardo 450, la caserma dei carabinieri e il campanile della chiesa parrocchiale (al centro del paese) 1030 e 1060 metri, lo stadio Walter Frau (alla periferia opposta del paese) 1540 metri. A dimostrazione di quanto asserito Giuranna e Lubinu allegano una fotografia satellitare con linee isometriche tracciate a 1,0 km e 1,5 km dal ciglio della cava a sud. Mentre si apre questo fronte vanno avanti intanto gli accertamenti sull’esistenza, emersa dopo un recente sopralluogo, di un ipogeo preistorico in uno dei mappali compresi nel decreto di autorizzazione. C’è la speranza che, se ciò venisse confermato, la Soprintendenza Archeologica, che in fase istruttoria aveva precedentemente espresso parere favorevole in merito alla coltivazione della cava, possa rivedere il suo parere. Va avanti intanto l’iter del ricorso presentato al Tar contro il provvedimento della Regione per decisione unanime del consiglio comunale. Tale provvedimento, in ogni caso, nel mare di reazioni negative, ha prodotto il miracolo di vedere una volta tanto maggioranza e opposizione unite e compatte sullo stesso obiettivo.
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