La Nuova Sardegna

Sassari

Incontro a Bessude  

La solidarietà ai palestinesi prigionieri nella loro patria

BESSUDE. Un sentimento di inadeguatezza delle azioni, di colpevole indifferenza di fronte al dramma che tutti i giorni si compie nei territori palestinesi. È ciò che si è colto all’incontro...

04 giugno 2017
2 MINUTI DI LETTURA





BESSUDE. Un sentimento di inadeguatezza delle azioni, di colpevole indifferenza di fronte al dramma che tutti i giorni si compie nei territori palestinesi. È ciò che si è colto all’incontro “Conoscere la Palestina”, organizzato, da “Ponti non muri” di Sassari, dal Comune e dalla Pro loco di Bessude e dall’associazione “Pro Meilogu”.
Le coscienze dei tanti presenti sono state scosse da immagini e parole che hanno dato la misura di una tragedia senza fine, dei soprusi, delle umiliazioni quotidiane di un popolo che altro torto non ha se non quello di vivere in una terra – la propria terra – che tutti i giorni viene erosa, fagocitata, da quell’ingombrante vicino rappresentato dallo Stato di Israele. «Chi non vive in Palestina non può capire l’esproprio quotidiano della nostra identità, dei nostri diritti più elementari, quali quello di avere una casa, di andare al lavoro, a scuola, di trovare l’acqua per dissetarci». Lo ha detto, in una accorata testimonianza, Mohammed Isayed, l’ingegnere del Comune di Gerico (Palestina) che ha condotto i presenti in un viaggio in una situazione incomprensibile in pieni anni Duemila, soprattutto a fronte della condanna della comunità internazionale e dell’Onu delle politiche espansioniste e repressive dello Stato di Israele.
La serata di Bessude è iniziata col saluto del sindaco, Roberto Marras, e con la presentazione di Gavino Cabras, presidente dell’associazione Pro Meilogu. Lavinia Rosa, di Ponti non muri, ha illustrato le azioni che l’associazione conduce a sostegno del popolo palestinese, in particolare quella che vede l’impegno dei giovani nello sport. Ha fatto seguito la proiezione del film “Proprio Così. Storie di quotidiana occupazione”, di Piero Fontana e Nandino Capovilla. Proprio così, rinchiusi nel muro della vergogna, schiacciati quotidianamente dai controlli asfissianti dei soldati israeliani, umiliati dai coloni. Una situazione a cui però non sono indifferenti gli stessi israeliani. Lo si è visto nel film, con un gruppo di attivisti che manifestavano a sostegno dei diritti dei palestinesi. Nel dibattito sono intervenuti Bernardo De Muro, insegnante e scrittore, Paolo Zichi, una figlia che periodicamente si reca in Palestina, Gavino Cabras, Daniela Dore, ospite per qualche giorno a Gerico, Gerardo Virgilio, autore del libro “Un sogno spezzato” sulla sua esperienza in Siria, Zino Squintu, regista degli Humaniora, impegnati per la causa del popolo palestinese. (m.b.)
In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative