La Nuova Sardegna

Sassari

«Insulti ma nessuna violenza sessuale»

di Daniela Scano
«Insulti ma nessuna violenza sessuale»

Trenitalia ridimensiona le gravi accuse mosse dalla Fit-Cisl contro alcuni nigeriani passeggeri del regionale 2698

17 luglio 2017
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SASSARI. L’aggressione c’è stata, ma verbale: brutte parole e toni aggressivi. Il palpeggiamento invece no, quello non c’è stato. Nelle fasi convulse della discussione, la capotreno sarebbe stata «sfiorata su un braccio o su una gamba» da uno degli uomini che la insultava. Però nessuno l’ha toccata nelle parti intime, questo Trenitalia lo esclude. Se non è una smentita, poco ci manca.

Trenitalia derubrica a un aggressivo «diverbio» il presunto episodio di molestie sessuali di gruppo nei confronti di una donna indifesa denunciato, sabato alle 16, dal segretario regionale della Fit-Cisl Valerio Zoccheddu e dalla responsabile del Coordinamento donne del sindacato, Claudia Camedda. Racconto rimbalzato in tutti i siti di informazione e che ha scatenato un putiferio di reazioni politiche indignate, ma anche uno tsunami xenofobo e razzista. Il sindacato sostiene che una capotreno sia stata aggredita fisicamente e molestata sessualmente da un gruppo «di nigeriani trovati sprovvisti di regolare titolo di viaggio» a bordo del treno in partenza dalla stazione marittima di Porto Torres.

In attesa che la diretta interessata dia la sua versione dei fatti (a ieri non aveva ancora presentato alcuna denuncia), su quanto accaduto a bordo del treno regionale 26981 interviene Trenitalia. E tira il freno a mano. In una nota inviata ieri all’agenzia Ansa, il gruppo ferroviario sostiene di avere «ricostruito quanto accaduto a bordo del convoglio» e precisa di averlo fatto «sentendo la stessa protagonista». «La capotreno – riferisce l’Ansa – stava controllando i biglietti quando ha raggiunto il gruppo di stranieri, circa una decina di persone, molti dei quali erano senza ticket. Solo alcuni di loro si sarebbero agitati, iniziando a inveire contro la donna». «In queste fasi concitate, la capotreno sarebbe stata sfiorata su un braccio o su una gamba – prosegue la nota –. Nessun palpeggiamento, quindi. La donna è poi andata in cabina dal macchinista e ha avvertito, come avviene sempre in queste occasioni, la Polizia ferroviaria».

«Al momento – conclude Trenitalia – non è stata presentata alcuna denuncia e la capotreno non si è fatta visitare in ospedale. La Polizia già ieri aveva identificato tutti gli stranieri coinvolti nella vicenda».

Quella dei giovani sprovvisti di biglietto è però una inesattezza. Alla stazione Marittima di Porto Torres, infatti, non c’è biglietteria e il biglietto si fa a bordo. Mentre la capotreno stava emettendo i ticket è esplosa la discussione i cui toni hanno comprensibilmente spaventato e agitato la operatrice di Trenitalia. Gli otto stranieri sono stati identificati dalla Polfer per questo, non perché non avevano pagato il biglietto.

Riepilogando: sullo spiacevole episodio ci sono, al momento, tre differenti versioni dei fatti fornite da chi ha parlato con la capotreno. La prima è quella della Polfer, che sabato mattina è stata allertata mentre il convoglio era ancora in viaggio. Gli agenti in servizio alla stazione di Sassari hanno ricevuto la segnalazione di una aggressione verbale e hanno proceduto a identificare gli stranieri presunti responsabili. Nessun fermo è stato fatto perché, alla Polizia ferroviaria, la capotreno non ha parlato di aggressioni fisiche o sessuali. Del resto, se la segnalazione partita dal treno in arrivo da Porto Torres fosse stata questa, a Sassari gli otto stranieri avrebbero di certo trovato un adeguato e numeroso “comitato di accoglienza”. «Non lo ha detto perché ha avuto paura in quanto era stata minacciata» spiegano il segretario regionale della Fit-Cisl e il suo delegato sassarese Riccardo Chicconi. I due sono i depositari della seconda versione dei fatti: quella della spaventosa aggressione fisica culminata con una odiosa violenza sessuale. Sabato è stato Chicconi (che è anche l’unico ad avere parlato con la donna) a raccogliere il racconto della capotreno, ma non è stato lui ad accompagnarla al pronto soccorso del Santissima Annunziata. Qui la donna non si è mai presentata in stato choc, come riferito dal sindacato. La capotreno avrebbe preferito andare in ospedale ad Alghero dove, dice la Fit-Cisl, le sarebbe stato refertato «grave stress emozionale e stato di agitazione».

Infine c’è la terza versione, timbrata Trenitalia che afferma di averla ricevuta dalla diretta interessata: nessun palpeggiamento, forse un involontario sfioramento mentre era in corso «un diverbio».

Tre versioni diverse che la polizia, alla luce dell’allarme sociale suscitato dalla notizia verificherà ascoltando anche gli uomini chiamati in causa (tutti identificati) e gli eventuali testimoni. Inutile invece cercare le risposte nei video della videosorveglianza: a bordo del regionale 26981 non ci sono telecamere.

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