Di fronte a Balai erbacce, degrado e residui di cantiere
di Gavino Masia
Nei terreni zona H non è mai stata rispettata l’ordinanza Nove mesi fa le verifiche del Noe, ma niente è cambiato
24 settembre 2017
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PORTO TORRES. Non sono stati ancora portati via i rifiuti speciali ferrosi sul suolo non pavimentato dei terreni di via Benedetto Croce - nonostante l’ordinanza di rimozione e smaltimento firmata dal sindaco Sean Wheeler sia scaduta da tempo – e i residenti che abitano di fronte all’area incolta protestano nel vedere macchine operatrici ed erbacce alte che impediscono la visuale sulla baia di Balai.
Si tratta dei terreni della zona H - dove è vietato costruire qualsiasi tipo di immobile o manufatto - dove all’interno ci sono macchine operatrici e altri materiali ferrosi e anche deiezioni canine lasciate dai proprietari degli animali quando passeggiano nella lunga via.
L’ultima parola su quei terreni è arrivata da una sentenza della Corte d’appello di Sassari, che ha legittimato la classificazione di quell’area come già fatto dal consiglio comunale. Che nel 2000 aveva approvato la riclassificazione deliberata nel 1996, attraverso cui i terreni di via Benedetto Croce venivano messi sotto tutela ambientale e paesaggistica. La natura edificabile o meno del sito, secondo l’amministrazione comunale, non autorizza comunque a utilizzare lo stesso come sito di deposito e abbandono incontrollato di rifiuti.
A dicembre 2016 I carabinieri del Noe hanno svolto un sopralluogo nei terreni prospicienti alla conca di Balai, dovuto ad una segnalazione specifica di chi vive nella zona, e in quell’occasione i militari avevano rilevato la presenza di blocchetti, reti elettrostatiche e cesti per la gru, che dal punto di vista della normativa ambientale sono considerati rifiuti da portare via e smaltire in discariche speciali. Da qui la comunicazione all’amministrazione comunale, che nel giro di qualche giorno aveva emanato una ordinanza sindacale che ordinava al proprietario di quei mezzi di provvedere con la massima urgente alla rimozione dei rifiuti speciali e allo smaltimento degli stessi nei modi di legge e tramite ditte aventi le opportune autorizzazioni.
Nel caso di inottemperanza a quanto previsto dall’ordinanza, inoltre, il Comune avrebbe proceduto d’ufficio in danno ai soggetti obbligati e al recupero delle somme anticipate da questa amministrazione, nonché a presentare denuncia alla Autorità giudiziaria. Allo stato attuale niente è però accaduto di quanto scritto nel documento del Comune: ossia ci sono ancora i materiali ferrosi sul suolo della zona H di fronte al mare e chi abita in via Benedetto Croce protesta perché l’amministrazione non ha ancora proceduto alla rimozione forzata prevista dall’ordinanza sindacale.
Quello dell’area che fronteggia Balai è un caso emblematico di come vanno le cose in una città che a parole dice di voler puntare sul turismo e sulle tante alternative all’industria e poi si perde in una casa infinita e senza senso, conservando per anni un’area di pregio in zona di salvaguardia - a due passi da un hotel e da un parco - occupata da attrezzature di cantiere.
Si tratta dei terreni della zona H - dove è vietato costruire qualsiasi tipo di immobile o manufatto - dove all’interno ci sono macchine operatrici e altri materiali ferrosi e anche deiezioni canine lasciate dai proprietari degli animali quando passeggiano nella lunga via.
L’ultima parola su quei terreni è arrivata da una sentenza della Corte d’appello di Sassari, che ha legittimato la classificazione di quell’area come già fatto dal consiglio comunale. Che nel 2000 aveva approvato la riclassificazione deliberata nel 1996, attraverso cui i terreni di via Benedetto Croce venivano messi sotto tutela ambientale e paesaggistica. La natura edificabile o meno del sito, secondo l’amministrazione comunale, non autorizza comunque a utilizzare lo stesso come sito di deposito e abbandono incontrollato di rifiuti.
A dicembre 2016 I carabinieri del Noe hanno svolto un sopralluogo nei terreni prospicienti alla conca di Balai, dovuto ad una segnalazione specifica di chi vive nella zona, e in quell’occasione i militari avevano rilevato la presenza di blocchetti, reti elettrostatiche e cesti per la gru, che dal punto di vista della normativa ambientale sono considerati rifiuti da portare via e smaltire in discariche speciali. Da qui la comunicazione all’amministrazione comunale, che nel giro di qualche giorno aveva emanato una ordinanza sindacale che ordinava al proprietario di quei mezzi di provvedere con la massima urgente alla rimozione dei rifiuti speciali e allo smaltimento degli stessi nei modi di legge e tramite ditte aventi le opportune autorizzazioni.
Nel caso di inottemperanza a quanto previsto dall’ordinanza, inoltre, il Comune avrebbe proceduto d’ufficio in danno ai soggetti obbligati e al recupero delle somme anticipate da questa amministrazione, nonché a presentare denuncia alla Autorità giudiziaria. Allo stato attuale niente è però accaduto di quanto scritto nel documento del Comune: ossia ci sono ancora i materiali ferrosi sul suolo della zona H di fronte al mare e chi abita in via Benedetto Croce protesta perché l’amministrazione non ha ancora proceduto alla rimozione forzata prevista dall’ordinanza sindacale.
Quello dell’area che fronteggia Balai è un caso emblematico di come vanno le cose in una città che a parole dice di voler puntare sul turismo e sulle tante alternative all’industria e poi si perde in una casa infinita e senza senso, conservando per anni un’area di pregio in zona di salvaguardia - a due passi da un hotel e da un parco - occupata da attrezzature di cantiere.