Hotel Turritania in bilico tra vendita e abbattimento
La struttura è inserita nel piano delle alienazioni in discussione in Consiglio. Un gruppo trasversale rimette però sul tavolo l’idea di buttare giù tutto
SASSARI. Il sogno, ampiamente condiviso, di buttarlo giù sembrava ormai confinato dentro un cassetto. E per l’ex hotel Turritania, costruito tra il 1942 e il 1944 in piazza Sant’Antonio su progetto del celebre architetto sassarese Vico Mossa, iniziavano ad apparire sui tavoli dell’amministrazione anche i primi progetti di riutilizzo e riqualificazione. Ma da qualche mese l’aria è di nuovo cambiata. E un agguerrito gruppo trasversale ha rimesso sul tavolo l’idea di radere al suolo la cadente struttura e con lei la non particolarmente amata tartarugona dipinta da Ericailcane sulla sua facciata.
Idea arrivata a quanto pare anche in qualche “frizzante” direzione del Pd, con alcuni pezzi importanti del partito del sindaco che si dicono pronti a presentare un progetto che prevede l’abbattimento dell’ex hotel, con la creazione di un sovrappasso stradale e la riqualificazione della piazza. La complessa operazione avrebbe il via libera urbanistico. E si dice anche i possibili finanziatori (si parla di cifre superiori ai 20 milioni). E i suoi sostenitori si dicono sicuri di poter superare anche il vincolo posto da Soprintendenza e Ministero, su cui la giunta Ganau è andata a sbattere, e che riguarderebbe solo il piano terra della struttura, quello realizzato su progetto di Mossa.
Un dibattito ancora sottotraccia, anche se piuttosto acceso, e che fa parte del piano di alienazioni delle opere pubbliche che ieri mattina ha ricevuto il via libera in commissione. Proprio al Turritania è stato infatti dedicato l’unico accenno di discussione nella saletta al piano ammezzato di Palazzo Ducale. Con il consigliere di opposizione Nicola Lucchi che ha punzecchiato l’assessore al Patrimonio Simone Campus sul futuro dell’ex hotel in piazza Sant’Antonio, che figura come sempre tra le proprietà municipali vendibili, con la molto ipotetica quotazione di 1,7 milioni di euro.
«Per quanto mi riguarda – spiega Lucchi – il Turritania è da buttare giù per togliere il tappo che rappresenta alla circolazione stradale e riqualificare la piazza. I vincoli che ci sono possono essere superati, basta presentare un progetto ben fatto. E questa è l’unica cosa che, in mezzo a tanti fiumi di parole, non è mai stata fatta».
Un intervento che dà idea del gradimento bipartisan che le “ruspe” potrebbero avere. Con Simone Campus che però ha gelato sul nascere i facili entusiasmi: «Allo stato attuale – ha spiegato l’assessore del partito democratico – l’ex hotel Turritania rimane nell’elenco delle opere da alienare. La sua vendita fa parte del processo di razionalizzazione ed efficientamento dei beni pubblici che stiamo portando avanti con decisione. Riaprire il dibattito su ipotesi di abbattimento vuol dire semplicemente non volere risolvere il problema».
Dibattito che però più che aperto pare già spalancato. E che come prima conseguenza sembra aver fatto finire nel congelatore il progetto che sembrava essere più vicino alla realizzazione sull’ex hotel. Quello secondo cui Comune, Soprintendenza e Area (l’ex istituto case popolari) avrebbero dovuto siglare un accordo grazie a cui Palazzo Ducale avrebbe venduto il Turritania ad Area che, con il benestare della Soprintendenza, avrebbe messo mano alla struttura realizzando da venti a trenta miniappartamenti da affittare a canoni sociali.