«Bancali sotto controllo grazie agli agenti»
Il segretario generale del Sappe visita il carcere: «Vige un sistema farraginoso che non regge più»
27 settembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Giornata sassarese per Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, che ieri pomeriggio ha visitato il carcere di Bancali, a Sassari. Oggi invece presiederà, a Calstelsardo, il corso di formazione e aggiornamento sindacale per i dirigenti sardi del Sappe, arrivati da tutti gli istituti e servizi penitenziari della Regione.
«Abbiamo voluto realizzare il momento di formazione e aggiornamento sindacale di Castelsardo (che tratterà di deontologia, diritto sindacale e tecniche di comunicazione) per garantire sempre ai poliziotti penitenziari della Sardegna un servizio d’eccellenza con quadri dirigenti del Sappe competenti e professionalmente impeccabili», commenta Capece, accompagnato dal segretario regionale Sappe Luca Fais e dal delegato nazionale Antonio Cannas.
Intanto ieri Capece ha visitato il carcere di Bancali, da tempo al centro delle cronache per le criticità organizzative: «È solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari di Bancali, a cui va il nostro ringraziamento, se la situazione è e rimane sotto controllo. Stiamo parlando di un carcere nel quale, al 30 agosto scorso, erano presenti 504 detenuti, 16 donne e 438 uomini: 153 gli imputati e 351 i condannati, 176 gli stranieri. Lamentiamo da tempo condizioni di lavoro critiche e problematiche costanti. Si pensi che nel primo semestre del 2017 abbiamo contato nelle celle del carcere di Sassari 56 atti di autolesionismo, 9 tentati suicidi di detenuti sventati in tempo dalla polizia penitenziaria, purtroppo un morto per suicidio e 10 ferimenti».
Il leader del primo sindacato dei baschi azzurri ha voluto evidenziare che «la polizia penitenziaria, nelle 10 carceri per adulti della Sardegna e in quello minorile di Cagliari, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio».
Capece sottolinea: «Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della polizia penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo.
«Abbiamo voluto realizzare il momento di formazione e aggiornamento sindacale di Castelsardo (che tratterà di deontologia, diritto sindacale e tecniche di comunicazione) per garantire sempre ai poliziotti penitenziari della Sardegna un servizio d’eccellenza con quadri dirigenti del Sappe competenti e professionalmente impeccabili», commenta Capece, accompagnato dal segretario regionale Sappe Luca Fais e dal delegato nazionale Antonio Cannas.
Intanto ieri Capece ha visitato il carcere di Bancali, da tempo al centro delle cronache per le criticità organizzative: «È solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari di Bancali, a cui va il nostro ringraziamento, se la situazione è e rimane sotto controllo. Stiamo parlando di un carcere nel quale, al 30 agosto scorso, erano presenti 504 detenuti, 16 donne e 438 uomini: 153 gli imputati e 351 i condannati, 176 gli stranieri. Lamentiamo da tempo condizioni di lavoro critiche e problematiche costanti. Si pensi che nel primo semestre del 2017 abbiamo contato nelle celle del carcere di Sassari 56 atti di autolesionismo, 9 tentati suicidi di detenuti sventati in tempo dalla polizia penitenziaria, purtroppo un morto per suicidio e 10 ferimenti».
Il leader del primo sindacato dei baschi azzurri ha voluto evidenziare che «la polizia penitenziaria, nelle 10 carceri per adulti della Sardegna e in quello minorile di Cagliari, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio».
Capece sottolinea: «Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della polizia penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo.