La Nuova Sardegna

Sassari

Berchidda, aste e minacce il pm ha chiuso le indagini

di Luca Fiori
Berchidda, aste e minacce il pm ha chiuso le indagini

A metà luglio dopo le accuse di un legale in tre erano finiti agli arresti domiciliari Tra gli indagati anche l’ex sindaco Sannitu e l’avvocato di Olbia Luca Tamponi

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SASSARI. Chiusura indagini lampo per l’inchiesta della Procura della Repubblica di Sassari che a metà luglio - dopo le accuse dell’avvocato sassarese Alessandro Gosmino - aveva finire agli arresti domiciliari l’ex sindaco di Berchidda Sebastiano Sannitu, il suo compaesano Antonio Stefano Casu, e l’avvocato olbiese Luca Tamponi.

Secondo le accuse dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Sassari che avevano svolto le indagini, Sannitu e Tamponi avrebbero cercato in più occasioni di convincere Gosmino a rivendere a Casu il terreno (comprato a un’asta giudiziaria) che si trova in località “Cannareddu Lugheria e Su Calarighe” nell’agro di Berchidda. I giorni scorsi gli indagati hanno ricevuto la notifica della conclusione delle indagini da parte della Procura e il prossimo passo sarà la richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse più pesanti sono quelle che riguardano proprio Casu. L’imprenditore di Berchidda, titolare dell’azienda agrituristica “Il Cacciatore” finita nelle mani dell’avvocato Gosmino nel 2015, per poco più di 44mila euro, deve rispondere infatti da solo di «detenzione abusiva di munizioni e materiale esplodente». Sarebbe stato lui secondo i carabinieri a recapitare nella cassetta delle lettere dell’avvocato sassarese due lettere contenenti proiettili. La prima il 22 dicembre del 2016 con due cartucce calibro 9 parabellum e la seconda, due giorni dopo Natale, con due cartucce calibro 12, pallini di piombo e uno spezzone di miccia detonante. Sannitu e Tamponi devono rispondere invece delle accuse di tentata estorsione e turbativa d’asta. Nel registro degli indagati, con la sola accusa di tentata estorsione, erano finite anche altre tre persone che si sarebbero attivate, a vario titolo, per dare una mano a Casu a rientrare in possesso del terreno perso. «Apprendo con estrema sorpresa e perplessità - ha commentato la notizia della chiusura indagini l’avvocato Luca Tamponi - dell’avvenuta notifica di conclusione indagini. Ritenevo di aver chiarito ampiamente in sede di interrogatorio di garanzia la mia estraneità ai fatti contestati. E lo stesso pm aveva dichiarato che “alla luce delle dichiarazioni del Tamponi non appare più certo il suo coinvolgimento e la sua consapevole partecipazione ai fatti contestati”. Lo stesso gip - aggiunge il legale - sulla base delle suddette dichiarazioni da me rese aveva disposto la revoca immediata della misura custodiale. Alla luce di quanto sopra appare al di poco contraddittorio che il pm persista nella impostazione accusatoria originaria dimostratasi già debole e infondata e riconosciuta tale dallo stesso gip. Detto questo - ha concluso l’avvocato Tamponi - non ho alcun timore ad affrontare il processo essendo più che certo della correttezza del mio operato».

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