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Un drappo rosso a Palazzo Ducale contro i femminicidi

Un drappo rosso a Palazzo Ducale contro i femminicidi

SASSARI. Ieri mattina la presidente del Consiglio comunale Esmeralda Ughi e il sindaco Nicola Sanna hanno esposto dal terrazzo di Palazzo Ducale un drappo rosso simbolo della lotta contro la violenza...

25 novembre 2017
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SASSARI. Ieri mattina la presidente del Consiglio comunale Esmeralda Ughi e il sindaco Nicola Sanna hanno esposto dal terrazzo di Palazzo Ducale un drappo rosso simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, insieme alla consigliera di parità provinciale, ai rappresentanti del centro antiviolenza Aurora, della commissione Pari Opportunità comunale e del mondo dell'associazionismo con al Rete Diritti al cuore. «È significativo che la sala dalla quale io e la presidente srotoliamo il telo rosso - sottolinea il sindaco Nicola Sanna - sia la stessa dove sono celebrate le unioni civili. E questo ci ricorda che le violenze si consumano spesso in ambito famigliare. Ci impegniamo perciò a mantenere costante l’attenzione sul tema con i percorsi di sensibilizzazione e a garantire i servizi di ascolto e accompagnamento alle donne vittime di violenza». Oggi, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, drappi rossi saranno esposti anche nel Palazzo della Provincia, dell'Università, della Fondazione di Sardegna, in alcuni musei, alla Cgil, Arci e nelle sedi di alcune associazioni. Inoltre sono tanti i privati, commercianti e cittadine e cittadini, che hanno accolto l'invito del Comune di Sassari ad appendere davanti alle proprie attività e case un telo rosso: «Non si tratta solo di un simbolo – spiega la presidente Esmeralda Ughi -, quanto della richiesta di tutta la collettività di un'attenzione sempre alta sul tema della violenza di genere. È necessario che i centri antiviolenza siano supportati, che le donne vittime di violenza siano aiutate a ottenere una indipendenza economica e psicologica dal loro aguzzino, che spesso è il compagno o il marito. Il fenomeno della violenza di genere non conosce latitudine, serpeggia in tutta lo società, senza distinzioni economiche ed è ancora molto sommerso».



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