La Nuova Sardegna

Sassari

L’ippica ora rischia di cadere da cavallo

di Giovanni Bua
L’ippica ora rischia di cadere da cavallo

Levata di scudi contro la delibera ministeriale che declassa gli ippodromi isolani. L’assessore Caria: daremo battaglia

04 febbraio 2018
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SASSARI. Rischia di cadere da cavallo l’ippica isolana, dopo che un decreto, firmato e quanto pare modificato in extremis dal sottosegretario del ministro dell’Agricoltura Giuseppe Castiglione, ha declassato a strutture “fuori ruolo” i tre ippodromi sardi di Sassari, Chilivani e Villacidro. Tagliando i contributi che lo Stato eroga alle società che gestiscono i tre impianti e dando l’ennesimo giro di vite su un settore che da anni chiude con i conti in rosso.

Ma non è tanto, o almeno non è solo, la sforbiciata del 25 per cento all’anno (anche se non è ancora chiara la “gradualità dei tagli) ai circa 500mila euro di contributi statali che ha fatto saltare sulla sedia professionisti dello storico e articolato settore e istituzioni di tutti i gradi e livelli, ma la modalità scelta per classificare gli ippodromi: il volume delle scommesse sviluppato.

La Regione. «Il declassamento operato dal Mipaaf nei confronti dei tre ippodromi sardi di Sassari, Chilivani e Villacidro ci trova totalmente in disaccordo – attacca l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria –. L’ho comunicato personalmente, appena reso noto il provvedimento, allo stesso ministro Maurizio Martina, nonostante il decreto fosse a firma del suo sottosegretario, Giuseppe Castiglione». «Stilare una classifica di efficienza degli ippodromi tenendo conto del giro di scommesse che riescono ad alimentare è un parametro di valutazione che non condividiamo – continua Caria–. Questi luoghi sono invece, a nostro modo di vedere, degli spazi di aggregazione per appassionati di ippica e per le famiglie, dove c’è un lavoro incredibile degli allevatori e dei tanti addetti ai lavori che, per quanto riguarda la nostra Isola, sono frutto di una lunga tradizione che lega il cavallo alle attività dell’uomo».

Gli stanziamenti. Caria ha poi spiegato che come Regione si porranno in essere tutte le azioni politiche per fare in modo che tale provvedimento sia rivisto. «Ci tengo a tranquillizzare tutti gli attori del comparto. Come assessorato faremo la nostra parte così come abbiamo fatto in questi ultimi anni. Con questa Giunta abbiamo infatti garantito investimenti che non si vedevano da molto tempo: prima con 1 milione l’anno e poi, già dal 2017 e per il 2018, con 1,3milioni».

L’impegno. «Se le risorse passate dal governo nazionale ai nostri ippodromi non dovessero essere riconfermate continueremo a garantire il nostro impegno per un comparto su cui abbiamo creduto – assicura Caria – e che riteniamo possa riconquistare un ruolo di punta sul panorama nazionale ed estero. Tenere vivo e dinamico il mondo dell’ippica significa per la Sardegna garantire un futuro all’allevamento dell’anglo-arabo che nei mercati, soprattutto dei Paesi del Golfo Persico, ha tanti estimatori. Negli ultimi quattro anni sono stati venduti oltre 400 cavalli sardi negli Emirati arabi uniti dove spesso vengono utilizzati nelle gare di endurance. Oltre agli investimenti sulle rassegne e per gli allevamenti – ha concluso Caria – proprio pochi giorni fa abbiamo stanziato 200mila euro per interventi di manutenzione straordinaria sui tre ippodromi sardi. A breve, in Commissione attività produttive del Consiglio regionale, saranno esaminati 4 disegni di legge che intervengono proprio sul rilancio del comparto ippico isolano».

L’ippodromo. «Praticamente – tuona il presidente dell’ippodromo di Chilivani, Nicola Fois – dovrei chiedere di scommettere di più per salvare il nostro ippodromo. Ma stiamo scherzando. Noi a Chilivani investiamo sulla selezione della razza anglo-araba, sull’allevamento, sulla formazione dei fantini, i migliori al mondo. Ma anche sulla socialità e sulla passione. Il nostro ippodromo è primo in Italia per cavalli partenti a ogni gara, e secondo solo a Pisa per cavalli partenti per giornata di gara. Abbiamo una media di 1500 spettatori, con picchi di 5mila per i grandi eventi. Questo dovrebbe guardare il ministero, non le scommesse».

Il sindaco. «La cosa paradossale – spiega il sindaco di Sassari Nicola Sanna – è che il criterio delle scommesse, fortemente discutibile, non è comunque applicato in maniera equa. Il volume non è infatti parametrato alla popolazione, cosa già di per sè assurda. E non tiene conto, ad esempio, del fatto che i giudici di gara non possono dormire nell’Isola per disposizione ministeriale. Per cui, nonostante tutte le nostre strutture siano pronte a fare le gare serali, siamo costretti a correre di pomeriggio, la fascia oraria meno appetibile per gli scommettitori».

Gli errori. Errori marchiani insomma, causati a quanto pare da una forzatura in extremis del sottosegretario Castiglione, comunque avallata dal ministro. E una bocciatura tout court dell’Ippica isolana che non sta in piedi. Con la Regione che investe per la tutela e il rilancio dell’allevamento dell’anglo-arabo e di tutta la filiera dell’ippica. E lo Stato che declassa gli ippodromi che di questa filiera sono l’unico possibile volàno. «Il decreto – chiude Sanna – va corretto immediatamente. E gli ippodromi classificati come “promozionali”. Si rischia di deprimere un settore che invece può diventare un fiore all’occhiello del nostro territorio e dell’intera isola».



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