L’erosione costiera divora mezza spiaggia ad Abbacurrente
di Gavino Masia
Danneggiato anche il muro di contenimento dell’arenile Il progetto per la protezione del litorale resta sulla carta
01 marzo 2018
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PORTO TORRES. Le violente mareggiate degli ultimi giorni, dovuti ai venti di tramontana e grecale, hanno fatto letteralmente sparire la sabbia dalla spiaggia di Abbacurrente e creato ulteriore danno alla parte finale del muretto che si affaccia sull’arenile.
Una vera e propria emergenza dovuta all’erosione costiera che sta aggredendo da anni tutto il litorale che da Porto Torres si estende fino a Platamona, con pericolosi cedimenti di materiale roccioso che hanno costretto mesi fa il Comune turritano a interdire il passaggio al pubblico sia all’interno della pineta e sia sulla spiaggia. Un divieto comunque ignorato da tutti - compresi i nemici della raccolta differenziata che vanno a depositare i loro rifiuti in mezzo ai rovi - e la prova più evidente è data anche dal cartello di legno buttato sul prato e dal foglio dell’ordinanza di interdizione volato via dalla transenna. Nel periodo estivo quella spiaggia è frequentata da numerosi bagnanti, che incuranti del divieto per il pericolo di cedimento del costone si riversano per tutto il giorno sull’arenile a prendere il sole e consumare i pasti. È trascorso oltre un anno da quando l’assessorato regionale dell’Ambiente ha stanziato un milione e 500mila euro a favore del Comune per combattere l’erosione che aggredisce la costa, ma il tempo passa inesorabilmente e ancora mancano la progettazione e il parere degli Enti competenti per poter dare il via ai lavori urgenti.
Con l’avvicinarsi dei primi “ponti” festivi, accompagnati magari da giornate soleggiate, è oltremodo difficile impedire alle persone di poter usufruire di quella fascia costiera. Le azioni da eseguire per la messa in sicurezza del litorale sono molto complesse per gli aspetti tecnici e per la portata economica, e richiedono puntuali studi di impatto ambientale in quanto l’area interessata dagli smottamenti ricade oltretutto in un sito di interesse comunitario.
Già tredici anni fa l’amministrazione comunale aveva portato a conoscenza degli assessorati regionali i fenomeni di dissesto della fascia costiera e delle condizioni di potenziale rischio per persone, beni patrimoniali e infrastrutture. E questa pericolosità è inserita in una istruttoria tecnica piuttosto dettagliata inviata alla Regione: gli interventi strutturali sono stati argomento di diverse conferenze di servizio, dove sono state approfondite le modalità di esecuzione degli interventi e i relativi importi di ciascuno di essi. La natura purtroppo sta facendo però il suo corso, con le mareggiate che vanno ad erodere le pareti rocciose, e bisogna superare la burocrazia cercando di arginare il moto ondoso con interventi concreti.
Una vera e propria emergenza dovuta all’erosione costiera che sta aggredendo da anni tutto il litorale che da Porto Torres si estende fino a Platamona, con pericolosi cedimenti di materiale roccioso che hanno costretto mesi fa il Comune turritano a interdire il passaggio al pubblico sia all’interno della pineta e sia sulla spiaggia. Un divieto comunque ignorato da tutti - compresi i nemici della raccolta differenziata che vanno a depositare i loro rifiuti in mezzo ai rovi - e la prova più evidente è data anche dal cartello di legno buttato sul prato e dal foglio dell’ordinanza di interdizione volato via dalla transenna. Nel periodo estivo quella spiaggia è frequentata da numerosi bagnanti, che incuranti del divieto per il pericolo di cedimento del costone si riversano per tutto il giorno sull’arenile a prendere il sole e consumare i pasti. È trascorso oltre un anno da quando l’assessorato regionale dell’Ambiente ha stanziato un milione e 500mila euro a favore del Comune per combattere l’erosione che aggredisce la costa, ma il tempo passa inesorabilmente e ancora mancano la progettazione e il parere degli Enti competenti per poter dare il via ai lavori urgenti.
Con l’avvicinarsi dei primi “ponti” festivi, accompagnati magari da giornate soleggiate, è oltremodo difficile impedire alle persone di poter usufruire di quella fascia costiera. Le azioni da eseguire per la messa in sicurezza del litorale sono molto complesse per gli aspetti tecnici e per la portata economica, e richiedono puntuali studi di impatto ambientale in quanto l’area interessata dagli smottamenti ricade oltretutto in un sito di interesse comunitario.
Già tredici anni fa l’amministrazione comunale aveva portato a conoscenza degli assessorati regionali i fenomeni di dissesto della fascia costiera e delle condizioni di potenziale rischio per persone, beni patrimoniali e infrastrutture. E questa pericolosità è inserita in una istruttoria tecnica piuttosto dettagliata inviata alla Regione: gli interventi strutturali sono stati argomento di diverse conferenze di servizio, dove sono state approfondite le modalità di esecuzione degli interventi e i relativi importi di ciascuno di essi. La natura purtroppo sta facendo però il suo corso, con le mareggiate che vanno ad erodere le pareti rocciose, e bisogna superare la burocrazia cercando di arginare il moto ondoso con interventi concreti.