La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, dieci indagati per il paziente morto di aneurisma

di Luigi Soriga
Sassari, dieci indagati per il paziente morto di aneurisma

Comunicazione di garanzia ai chirurghi vascolari che curarono il pensionato Carlo Dessole. Disposta l’autopsia  

21 marzo 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I funerali erano già fissati: necrologio sul giornale, messa prenotata. Poi i familiari di Carlo Dessole hanno deciso di rimandare tutto. Prima dell’ultimo saluto volevano vederci chiaro su una morte che non li ha convinti. Ieri il pubblico ministero ha notificato dieci avvisi di garanzia all’intero staff medico della del reparto di Chirurgia vascolare delle cliniche di sassari. Tutti i medici, a partire dal primario, sino ai consulenti, che hanno visitato, operato o prestato cure all’anziano di 73 anni, sono finiti sotto la lente del sostituto procuratore Paolo Piras.

Il magistrato ha fissato l’autopsia, e domani il medico legale Francesco Lubinu esaminerà la salma. La causa della morte, dalle notizie finora raccolte dai familiari, dovrebbe essere un improvviso aneurisma, che i chirurghi, nonostante due interventi a poca distanza uno dall’altra, non sono riusciti a tamponare. La situazione clinica era precipitata domenica 11 marzo alle 22,30, il paziente era entrato in sala operatoria con una emorragia devastante, attorno alle 23, rimasto sotto i ferri sino alle 3 del mattino e poi rioperato alle 10. Da quel momento Carlo Dessole non ha mai ripreso conoscenza, per poi morire in rianimazione mercoledì 14 marzo alle 11.

In questa parentesi temporale che va dal primo ricovero sino al decesso, ci sono una serie di passaggi che non convincono i figli di Dessole. Ed è questo il motivo per cui si sono rivolti agli avvocati Mario Pittalis e Andrea Russo, hanno annullato i funerali e hanno presentato denuncia in Procura. «Mio padre è arrivato al Pronto Soccorso con le sue gambe e guidando la sua auto – ha raccontato il figlio – e con una tac fatta in uno studio di radiologia che già evidenziava il rischio di un aneurisma». E infatti i medici, visto il quadro clinico, chiedono l’immediato ricovero nel reparto di Chirurgia vascolare. «Qui gli specialisti ci rassicurano – prosegue il figlio – ci spiegano che il problema riguarda uno stent che era stato impiantato anni prima a mio padre. Con la sostituzione del dispositivo, tramite un intervento di routine, quei fastidi alle gambe e quei dolori che mio padre accusava da settimane, si sarebbero risolti». Quindi ricovero lunedì 5 marzo e intervento fissato per il 13 marzo. «Noi siamo rimasti perplessi rispetto a una data così lontana, ma i medici ci hanno detto che prima non era possibile perché non c’erano stent disponibili». La direzione dell’Aou poi ha chiarito meglio: non c’era lo stent personalizzato, nel senso che ai fornitori, in vista di un intervento, viene richiesto un dispositivo tarato su misura per le esigenze cliniche del paziente. E questa sorta di preparazione avrebbe richiesto alcuni giorni. Quindi Carlo Dessole viene tenuto sotto osservazione in Chirurgia vascolare, in attesa che tutto sia pronto. Ma la situazione precipita domenica sera, e di fronte a una emorragia di quella portata i chirurghi possono fare ben poco.

Ma la sensazione dei familiari è che a quell’emergenza disperata non si sarebbe dovuti arrivare, e che qualcosa nel reparto non abbia funzionato.

«La gravità di mio padre è stata sottovalutata? Se l’intervento si fosse svolto subito dopo il ricovero, forse sarebbe vivo?». E ancora: «Possibile che in una situazione di emergenza sia necessario attendere una settimana per uno stent su misura?». E infine, a gettare altri dubbi sulla efficienza della Chirurgia vascolare, soprattutto nella gestione dei casi più urgenti, c’è la delibera del 7 marzo pubblicata dall’Aou. Nel documento è la stessa direzione a dichiarare di non avere professionalità interne tali da poter sostituire in sala operatoria il primario Martelli in caso di assenza. E per colmare questa carenza stipula una convenzione con l’Asl di Nuoro. Gli viene concessa la consulenza del primario Fadda.

Quindi il dubbio dei familiari è anche questo: chi c’era domenica sera in sala operatoria? L’intervento si è svolto con la dovuta urgenza? Chi ha operato aveva la professionalità per farlo?».

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative