La Nuova Sardegna

PORTO TORRES. Chissà che fine avranno fatto quei volontari che giusto tre anni fa si erano impegnati a fondo nel rimuovere diverse discariche presenti in città e nel circondario. Già, perché soltanto ai volontari, evidentemente, ci si può affidare per ripulire e rendere decorosa la litoranea. Chi dovrebbe controllare, evidentemente non riesce a farlo. O la sua azione si rivela inefficace. Più che litoranea perciò bisognerebbe ribattezzarla “Via dell'immondizia”, tante sono le micro-discariche presenti nelle cunette ai lati della strada. Da oltre una settimana sacchi e sacchetti vari giacciono senza che nessuno si prenda la briga di ritirarli e, ovviamente, in questo lasso di tempo gli animali selvatici in cerca di cibo facile hanno fatto ciò per loro è normale: squarciare i sacchi e disperdere nell’ambiente il resto. Ma non sono certo loro i colpevoli quanto gli incivili, i professionisti dell'immondizia, quelli magari pronti a protestare sempre in nome dei propri diritti ma che dimenticano i propri doveri. Basta effettuare il tragitto dalla chiesetta di Balai lontano all’ingresso della pineta di Abbacurrente per constatare lo stato delle cunette: All’inizio della salita, appena sotto un guardrail reso fradicio dalla ruggine, un enorme sacco d’immondizia nero giace da una decina di giorni. Pochi metri ancora ed ecco due sacchetti bianchi.

Si procede verso gli ingressi delle spiagge de La Farrizza e sotto le staccionate si notano sacchetti vari, cartacce, bottiglie di plastica e altro. Non serve soffermarsi troppo a esplorare la vegetazione ma colpisce, proprio a fianco ad un quadro che invita ad amare la Sardegna, un sacchetto abbandonato sulle transenne che impediscono l'accesso a mare. Anche dall’altro lato della strada e all'ingresso della pineta le cose non vanno molto meglio.

Emanuele Fancellu