Vigilanti Secur, a rischio 80 posti e niente stipendi
di Paoletta Farina
La società non ha ancora pagato ai dipendenti le mensilità di febbraio e marzo Sindacati preoccupati: «Appalti in scadenza con Aou e Ats, garanzie ai lavoratori»
29 marzo 2018
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SASSARI. Non c’è pace per i vigilanti della Secur: non solo oltre 200 stipendi sono in ritardo (mancano all’appello le mensilità di febbraio e marzo) ma rischiano il posto in ottanta. Perché a giorni scade l’appalto in proroga con Aou e Ats e la Secur sarà sostituita dalla vincitrice del nuovo bando, la Coop Service. E proprio l’Aou ha deliberato a dicembre di aver bisogno di un organico inferiore rispetto all’attuale. Lavoratori e famiglie sono disperati e la Pasqua si annuncia amara per loro. La srl garantisce l’importante e indispensabile servizio di portierato e vigilanza armata non solo nei presidi sanitari di Aou e Ats della provincia di Sassari, guardie mediche comprese, ma anche di Laore, Eni di Porto Torres e altre realtà commerciali ed enti pubblici, dopo essere subentrata alla Sgs.
Già negli ultimi mesi dello scorso anno c’erano stati problemi perché le due aziende sanitarie avevano tardato nel pagamento di fatture per due milioni, pagamento poi sloccato grazie al tavolo in prefettura richiesto dai sindacati. Ma adesso all’origine del blocco degli stipendi c’è il mancato versamento dei contributi al personale da parte della società. E perciò se il Durc (che è appunto il documento unico di regolarità contributiva) non è secondo legge, i committenti non possono corrispondere gli importi. L’unica eccezione è l’Eni che ha imposto alla Secur di pagare le mensilità e che per contratto interviene direttamente quando la ditta è insolvente. Tant’è che una settimana fa il personale di vigilanza delle aziende dell’ex petrolchimico ha ricevuto le spettanze.
Forte la preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil che si ritrovano a gestire problemi ormai cronici, e che ora si aggravano in considerazione del nuovo appalto da parte di Ats e Aou, e in prospettiva, anche di altri contratti, quando arriveranno alla scadenza. Dice Maria Giovanna Mela, segretaria della Fisascat Cisl: «I lavoratori sono stanchi di non poter godere di retribuzioni regolari, senza le quali diventa difficile anche la quotidianità. Siamo al loro fianco e ci batteremo con tutte le forze per risolvere i problemi. Ma è necessario anche fare chiarezza subito sui subentri: la Coop Service dovrebbe iniziare l’attività a breve e ancora non conosciamo le sue intenzioni». Graziano Pazzona, della Uiltucs, annuncia la dichiarazione dello stato d’agitazione e la richiesta di una mediazione da parte del prefetto «perché sono in gioco posti di lavoro e la garanzia sul proseguimento di un servizio estremamente importante per la sicurezza di tutti, e di cui si deve tenere conto». Per ritornare all’Aou, l’organico disegnato per le sue esigenze non prevede più la presenza di portieri, ma soltanto di guardie armate. Da ciò nascerebbero gli ottanta esuberi ai quali il sindacato vuole opporsi. Intanto ci sono le difficoltà economiche che gli stipendi a singhiozzo causano ai lavoratori, anche a fronte di una retribuzione che ai primi livelli si attesta sulle 700 euro mensili, considerato che lo stipendio orario è poco più di cinque euro lordi.
Non sembra nata sotto una buona stella la vigilanza in Sardegna. In principio ad aggiudicarsi appalti in tutta l’isola era stata la Vigilanza Sardegna, che alla fine aveva dovuto portare i libri in tribunale. Stessa cosa per la Sgs, attualmente sotto concordato preventivo. La Secur, subentrando a quest’ultima, si era caricata i debiti delle precedenti gestioni del servizio in appalto, e questo ha causato una serie di difficoltà economiche insieme con i ritardi della pubblica amministrazione nei versamenti periodici.
Già negli ultimi mesi dello scorso anno c’erano stati problemi perché le due aziende sanitarie avevano tardato nel pagamento di fatture per due milioni, pagamento poi sloccato grazie al tavolo in prefettura richiesto dai sindacati. Ma adesso all’origine del blocco degli stipendi c’è il mancato versamento dei contributi al personale da parte della società. E perciò se il Durc (che è appunto il documento unico di regolarità contributiva) non è secondo legge, i committenti non possono corrispondere gli importi. L’unica eccezione è l’Eni che ha imposto alla Secur di pagare le mensilità e che per contratto interviene direttamente quando la ditta è insolvente. Tant’è che una settimana fa il personale di vigilanza delle aziende dell’ex petrolchimico ha ricevuto le spettanze.
Forte la preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil che si ritrovano a gestire problemi ormai cronici, e che ora si aggravano in considerazione del nuovo appalto da parte di Ats e Aou, e in prospettiva, anche di altri contratti, quando arriveranno alla scadenza. Dice Maria Giovanna Mela, segretaria della Fisascat Cisl: «I lavoratori sono stanchi di non poter godere di retribuzioni regolari, senza le quali diventa difficile anche la quotidianità. Siamo al loro fianco e ci batteremo con tutte le forze per risolvere i problemi. Ma è necessario anche fare chiarezza subito sui subentri: la Coop Service dovrebbe iniziare l’attività a breve e ancora non conosciamo le sue intenzioni». Graziano Pazzona, della Uiltucs, annuncia la dichiarazione dello stato d’agitazione e la richiesta di una mediazione da parte del prefetto «perché sono in gioco posti di lavoro e la garanzia sul proseguimento di un servizio estremamente importante per la sicurezza di tutti, e di cui si deve tenere conto». Per ritornare all’Aou, l’organico disegnato per le sue esigenze non prevede più la presenza di portieri, ma soltanto di guardie armate. Da ciò nascerebbero gli ottanta esuberi ai quali il sindacato vuole opporsi. Intanto ci sono le difficoltà economiche che gli stipendi a singhiozzo causano ai lavoratori, anche a fronte di una retribuzione che ai primi livelli si attesta sulle 700 euro mensili, considerato che lo stipendio orario è poco più di cinque euro lordi.
Non sembra nata sotto una buona stella la vigilanza in Sardegna. In principio ad aggiudicarsi appalti in tutta l’isola era stata la Vigilanza Sardegna, che alla fine aveva dovuto portare i libri in tribunale. Stessa cosa per la Sgs, attualmente sotto concordato preventivo. La Secur, subentrando a quest’ultima, si era caricata i debiti delle precedenti gestioni del servizio in appalto, e questo ha causato una serie di difficoltà economiche insieme con i ritardi della pubblica amministrazione nei versamenti periodici.