La Nuova Sardegna

Sassari

Da Edimburgo a Ossi per studiare le tombe di Mesu ’e Montes

di Pietro Simula
Da Edimburgo a Ossi per studiare le tombe di Mesu ’e Montes

Un’équipe dell’università ha rilevato più di 14mila oggetti. A giugno un nuovo studio interesserà anche S’Adde ’e Asile

03 aprile 2018
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OSSI. Contestualizzare il sito per avere informazioni sulle relazioni tra necropoli e abitato dal Neolitico finale al Bronzo medio in Sardegna. È questo l’obiettivo della ricerca portata avanti dall’èquipe guidata da Guillaume Robin su un progetto dell’Università di Edimburgo (Regno Unito) relativo al complesso archeologico di Mesu ’e Montes-Monte Mannu.

L’èquipe, che si è avvalsa della collaborazione di Florian Soula (Universitè Aix-Marseille, Francia), degli studenti Tom Di Biase, Kirsty Lilley, Tyler Nance, Mario Natante e Nicola Castangia (Associazione ArcheoFoto Sardegna, Cagliari), si è mossa su due fasi: una di lavoro sul campo, una di elaborazione e analisi dei dati. Primo obbiettivo il rilevamento in 3D dell’intero complesso archeologico ubicato nell’area sud-est del territorio del comune di Ossi e occupato dal neolitico recente/finale al bronzo medio. «Le 18 tombe ipogeiche o domus de janas del sito – riferisce Guillaume Robin – sono state rilevate con tecniche di close-range fotogrammetria, mentre la topografia del complesso è stata rilevata con riprese tramite drone, successivamente elaborate in 3D sempre con tecnica fotogrammetrica. Sono quindi state realizzate ricognizioni sistematiche delle aree che circondano la necropoli tramite l’utilizzo di un Gps topografico, consentendo di identificare i materiali in superficie (resti fittili, selce, ossidiana) e di localizzarli, in modo da ottenere una mappatura molto precisa delle concentrazioni di materiali archeologici. La distribuzione dei materiali è stata registrata senza procedere alla loro raccolta in modo da permettere di capire come era occupato il paesaggio nella preistoria».

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Sono stati rilevati più di 14mila oggetti o frammenti preistorici, una particolare area di concentrazione di materiali archeologici che porta a pensare alla presenza del nucleo abitativo preistorico legato alla necropoli ipogeica. «Questa scoperta – osserva Robin – porta alla luce un aspetto importante di contestualizzazione della necropoli di Mesu ’e Montes e offre delle importanti prospettive di ricerca». Inoltre i diversi dati 3D, restituendo con precisione l’intero complesso, costituiscono un valido strumento di ausilio alla tutela di questo sito eccezionale e offrono, a parere del direttore dell’èquipe, diverse possibilità per la sua valorizzazione in riferimento a un pubblico nazionale e internazionale.

Guillaume Robin, insieme alla sua squadra, tornerà a Ossi nel prossimo giugno per condurre la stessa metodologia di studio applicata su Mesu ’e Montes anche sulla necropoli ipogeica di S’Adde ’e Asile. Visto l’esito della ricerca appena conclusa gli assessori all’Archeologia Fabio Mudadu e alla Cultura Laura Cassano hanno accolto con grande entusiasmo questa decisione, che sicuramente darà un ulteriore contributo alla valorizzazione delle risorse archeologiche del territorio di Ossi, un patrimonio che potrà contribuire al rilancio turistico-culturale ed economico del paese.
 

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