La Nuova Sardegna

Sassari

Un esproprio del 1978 “inguaia” il Comune di Sennori

Un esproprio del 1978 “inguaia” il Comune di Sennori

L’occupazione illegittima dei terreni dove c’è la scuola di Montigeddu costerà 386mila euro

03 maggio 2018
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SENNORI. Un esproprio sbagliato quarant’anni fa costringe il Comune a indebitarsi fino al collo. Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Sennori ha deciso di contrarre un mutuo per pagare l’occupazione illegittima dei terreni dove sorge il plesso scolastico di Montigeddu. La storia dell’esproprio cominciò nel 1978, quando il Comune decise che la nuova scuola elementare e dell’infanzia e la strada di accesso al quartiere si sarebbero dovute fare a Montigeddu. Qualche anno più tardi, nel 1984, la proprietaria Luciana Maria Morittu, scontenta della situazione, portò l’amministrazione davanti al giudice civile. Da quel giorno iniziò un braccio di ferro che è durato decenni.

La prima sentenza arrivò nel 2005, quando il Comune vide arrivare il conto per il risarcimento dei danni. Poi la disputa si trasferì in Corte d’appello, che nel 2011 confermò l’illegittimità della procedura di esproprio quantificando il danno emergente in circa 179mila euro. L’anno scorso, infine, è arrivata anche la pronuncia della Cassazione che ha confermato la sentenza d’appello. A quel punto il Comune ha dovuto rivalutare l’esborso dal 1978 fino a oggi. Ecco perché nelle scorse settimane è stato dato incarico al consulente Manuel Alivesi di fare una perizia sulla cifra finale: oltre 386mila euro che sono piombati sulla testa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Sassu, che però potrà utilizzare un piccolo salvagente di 175mila euro – nel frattempo cresciuto a circa 186mila – che nel 2007 il consiglio comunale mise da parte per parare il colpo della sentenza di primo grado.

Nei giorni scorsi l’aula di via Brigata Sassari ha discusso e approvato – con la minoranza fuori dall’aula in aperta polemica contro la maggioranza – il riconoscimento del debito fuori bilancio e autorizzato un nuovo mutuo da 199mila euro che servirà per mettere la parola fine alla contesa. «Da un certo punto di vista – spiega il primo cittadino, Nicola Sassu – per il Comune è un duro colpo che probabilmente condizionerà il programma elettorale sottoposto ai cittadini. Dall’altro lato, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado, per noi più favorevole rispetto alle richieste avanzate dalla proprietaria».

Il problema del sindaco è tutto in quei 199mila euro che ora l’amministrazione comunale dovrà chiedere alle banche sacrificando spazi finanziari futuri. «Saremo costretti a indebitare il Comune – riprende e conclude Sassu – e quindi sacrificheremo qualcos’altro perché questa è una spesa importante, tra l’altro temuta da tutte le amministrazioni che si sono avvicendate negli ultimi decenni». (s.sant.)

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