La Nuova Sardegna

Sassari

Dipinti contraffatti: un antiquario a giudizio

di Nadia Cossu
Dipinti contraffatti: un antiquario a giudizio

Luciano Serra avrebbe venduto opere non autentiche di Biasi e Ballero  L’inchiesta dopo la denuncia di un acquirente che aveva speso 21mila euro

09 maggio 2018
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SASSARI. Nomi di artisti come Giuseppe Biasi, Antonio Ballero, Mario Sironi non hanno bisogno di grandi presentazioni, soprattutto in Sardegna. Sono artisti di fama che hanno dipinto tele che adornano pareti di edifici di prestigio e anche di abitazioni private. Opere apprezzate e di grande valore. Ecco perché quando un acquirente sassarese si è reso conto di aver speso fior di quattrini per quadri attribuiti a Biasi e Ballero ma che in realtà erano contraffatti, ha immediatamente denunciato la persona che glieli aveva venduti.

Si tratta di Luciano Serra, 79 anni, un noto antiquario di Sassari che è stato rinviato a giudizio per i reati di frode nell’esercizio del commercio, truffa e per aver violato l’articolo 178 del codice dei beni culturali e del paesaggio. Titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Cristina Carunchio che durante le indagini ha ricostruito la vicenda che ha mandato a processo l’antiquario sassarese. «Anche senza aver concorso nella contraffazione, alterazione o riproduzione nella sua galleria d’arte di via Bellieni – è scritto nel decreto di citazione a giudizio – metteva in commercio come autentici, esemplari contraffatti, alterati o riprodotti di opere di pittura attribuite agli artisti Giuseppe Biasi e Antonio Ballero». A Serra è contestata anche la frode in commercio «perché nell’esercizio dell’attività commerciale consegnava all’acquirente un dipinto attribuito a Mario Sironi e uno a Francesco Lavagna, per origine, provenienza e qualità diverse da quelle dichiarate».

E infine c’è la truffa. Relativamente a questo reato il pm Carunchio spiega che Serra, vendendo quei dipinti non autentici, «induceva in errore l’acquirente, procurando a sè l’ingiusto profitto pari alla somma complessiva di 21mila euro versata per l’acquisto delle opere non autentiche». A un certo punto, come risulta dalla ricostruzione della Procura, i due si sarebbero messi d’accordo: l’acquirente riconsegnava uno dei due quadri all’antiquario che a sua volta gli avrebbe restituito i soldi: 10mila euro. Ma, dice il pm, l’assegno era scoperto «per mancanza di fondi sul conto corrente».

Il processo è cominciato e in dibattimento l’imputato, assistito dagli avvocati Liliana Pintus e Giovanni Agostino Pinna, avrà la possibilità di difendersi da tutte le accuse. Serra, molto conosciuto e stimato a Sassari, è anche presidente dell’associazione antiquari della Sardegna.



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