La Nuova Sardegna

Sassari

Viaggio del vescovo tra le parrocchie

Viaggio del vescovo tra le parrocchie

Annunciata la prima visita pastorale di monsignor Melis: si parte il 9 novembre

22 maggio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





OZIERI. Annunciata già a marzo, è stata indetta domenica scorsa nella giornata della Pentecoste la prima visita pastorale del vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis a tutte le parrocchie della diocesi nella quale il vescovo con i parroci vivrà la vita parrocchiale e vedrà da vicino le varie situazioni e problematiche. La visita inizierà il 9 novembre, Festa delle Cattedrali e giornata nella quale a Ozieri si celebrerà il 125esimo anniversario nella consacrazione della Cattedrale della Maria Immacolata, sede del vescovo. Sarà quella la prima parrocchia visitata, alla quale seguiranno tutte le altre in un percorso che durerà non meno di due anni e il cui termine è previsto per il 16 febbraio 2020, giornata nella quale è già in programma la celebrazione di ringraziamento che sarà seguita da un’assemblea diocesana nella quale, spiega monsignor Melis, «raccoglieremo le indicazioni e i frutti della visita, che diventeranno le linee guida per il successivo cammino della diocesi e delle nostre comunità cristiane». In ogni parrocchia si seguirà un identico programma che durerà non meno di otto giorni: la preparazione della visita con il parroco; la presenza del vescovo nelle celebrazioni eucaristiche e nelle consuete iniziative parrocchiali; momenti di incontro come assemblee parrocchiale e con le varie comunità e associazioni che animano la vita della parrocchia ma anche con altre realtà specifiche come la scuola, altre realtà lavorative o dell’associazionismo; incontri personali che il vescovo concederà a persone che ne facciano specifica richiesta. Ci saranno momenti dedicati alla catechesi, alla pastorale giovanile e familiare, alle iniziative per poveri e svantaggiati. A conclusione del percorso ci sarà la chiusura, «un tentativo di tradurre in una sintesi tutta la visita pastorale – ha detto il vescovo – è come se scrivessimo i nostri “atti degli apostoli” ovvero la nostra lettera alla chiesa alla quale apparteniamo». In concreto sarà ciascun parroco a redigere la lettera di chiusura, con indicazioni del vescovo e dei covisitatori e la cronaca vera e propria. «Potrebbe diventare – dice ancora monsignor Melis – una lettera indirizzata alla parrocchia, nella quale si condivide il cammino fatto. Sarà quindi importante che il parroco abbia intorno a sé dei laici che lo aiutino in questa opera piuttosto impegnativa, anche se vorrei che il tutto venga fatto con la massima semplicità».

«In questa visita – è il proposito del vescovo – vorrei accendere i vostri cuori alla passione del Vangelo e alla bellezza dell’esperienza della Chiesa».

Barbara Mastino

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative