La Nuova Sardegna

Sassari

Ci sono due indagati per le opere abusive a Scala di Giocca

di Gianni Bazzoni
Ci sono due indagati per le opere abusive a Scala di Giocca

Sono un imprenditore sassarese e il titolare dell’impresa I lavori eseguiti in zona sottoposta a vincolo paesistico 

10 luglio 2018
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SASSARI. Ci sono due indagati per la vicenda dello sbancamento non autorizzato a Scala di Giocca, nel costone di Serra Secca-Don Lorenzo in una zona sottoposta a vincolo paesistico che la procura della Repubblica di Sassari ha messo sotto sequestro. Si tratta di Bonifacio Angius, 44 anni, imprenditore sassarese, proprietario della villa in costruzione e committente delle opere (quindi l’ampliamento della strada), e di Salvatore Decortes, 50, anche lui sassarese, esecutore materiale degli interventi contestati e oggetto dell’indagine affidata ai carabinieri-forestali del Centro anticrimine Natura di Cagliari, distaccamento di Alghero.

La contestazione mossa dal pubblico ministero Giovanni Porcheddu riguarda la realizzazione di opere - in assenza del permesso di costruzione - e lo sbancamento di materiale roccioso derivante dalla demolizione della roccia “carbonatica” allo scopo di ampliare una preesistente via di accesso alla villa in costruzione e un terrazzamento. Lavori che secondo quanto appurato finora dalla Procura sarebbero stati realizzati abusivamente “alterando e deturpando la bellezza naturale dei luoghi sottoposti a speciale tutela da parte delle autorità competenti”.

Il cantiere e l’area complessivamente interessata dai lavori sono stati messi sotto sequestro e dagli accertamenti effettuati dai carabinieri sarebbe emerso che la nuova strada ha una larghezza minima di 5.20 metri e massima di 8,20 per una lunghezza complessiva di 84 metri, mentre la profondità del fianco del versante varia da 3 a 5 metri. L’intero volume di roccia sbancata sarebbe stato riutilizzato per il livellamento del terrazzamento con il riversamento del materiale a valle, variando il piano di campagna ed effettuando così il parziale ricoprimento della vegetazione presente (in larga parte macchia mediterranea).

Tutte le opere edilizie rilevate dagli investigatori sarebbero state realizzate in una zona sottoposta a vincolo paesistico e in assenza di autorizzazione dell’Ufficio tutela del paesaggio. L’accusa è quella di avere alterato e deturpato - con la costruzione delle opere abusive - la bellezza naturale dei luoghi sottoposti a speciale tutela da parte delle autorità.

I due indagati sono assistiti dall’avvocato Luca Accardo che tra l’altro ha depositato la richiesta per il dissequestro dei mezzi che sono rimasti all’interno dell’area interessata dal provvedimento preventivo della magistratura. Il pubblico ministero sta ora valutando la documentazione prodotta dal legale di fiducia dei due indagati.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i reati contestati sarebbero stati commessi in data anteriore al 16 giugno 2018 e ora sarebbero in corso ulteriori verifiche legati anche ad altri aspetti della vicenda.

Gli sbancamenti sul costone di Scala di Giocca con l’allargamento della stradina di accesso e il via vai di camion e pale meccaniche non era passato inosservato e qualcuno aveva fatto partire l’esposto che poi ha fatto scattare l’inchiesta da parte della magistratura sassarese che ha delegato per le indagini i carabinieri-forestali che hanno competenze specifiche.

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