La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, nozze fuori dal Municipio: i privati snobbano l’idea

Salvatore Santoni
Sorso, nozze fuori dal Municipio: i privati snobbano l’idea

Dopo mesi dall’iniziativa del Comune, nessuna domanda è stata presentata. A scoraggiare potrebbero essere i numerosi adempimenti burocratici richiesti 

22 ottobre 2018
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SORSO. Le nozze fuori dal municipio di Sorso non s’hanno da fare. La manifestazione di interesse per i matrimoni e le unioni civili, lanciata nei mesi scorsi sull’onda di una serie di richieste ricevute dall’amministrazione comunale, è stata snobbata da ristoratori, imprenditori e privati: la commissione interna si è riunita due volte e ha presto atto che non è arrivata nemmeno una richiesta.

I criteri. Le nuove regole sono state fissate già nelle scorse settimane in un regolamento ad hoc. La prima cosa da sapere è che i privati devono stipulare un contratto di comodato d’uso gratuito (accollandosi l’imposta di registro) di cinque anni col Comune. I locali non dovranno essere inferiori a 20 metri quadri e, soprattutto, essere decorosi. All’interno bisogna allestire un tavolo di almeno un metro e cinquanta centimetri, e che sia drappeggiato e fornito di due cuscini. E ancora, sono richieste poltroncine/sedie per l’ufficiale civile, i nubendi e i testimoni. Non possono poi mancare tre bandiere d’ordinanza (italiana, europea e del Comune di Sorso) e un impianto audio. Ma non è tutto, alla richiesta deve essere allegata una planimetria in scala, una relazione tecnica dove si asseverano una serie di altri dettagli: conformità urbanistica ed edilizia dello stabile, certificazione impianti, agibilità, accessibilità in riferimento alle norme di abbattimento delle barriere architettoniche. E altro ancora. Tutta una serie di adempimenti che potrebbero aver convinto i privati a tenersi alla larga dalla manifestazione di interesse.

Due giri a vuoto. Per valutare l’idoneità degli spazi e degli allestimenti è stata nominata una commissione presieduta dal dirigente del secondo settore, Maurizio Loriga, e composta dai vari responsabili dei servizi competenti per materia. La commissione per la verifica dei requisiti si è riunita due volte, ma ha dovuto prendere atto che da luglio a oggi al Comune non è arrivata una sola richiesta.

L’ultima riunione della commissione si è tenuta pochi giorni fa e la prossima è prevista il 10 gennaio prossimoSo. Questo perché il regolamento prevede che la commissione si riunisca ogni trimestre per valutare le domande.

Cambio di rotta. Che la novità dei matrimoni fuori dal municipio fosse nata sotto una cattiva stella si era capito fin dal principio. Infatti, quando nei mesi scorsi il regolamento è arrivato in aula, l’approvazione saltò perché il testo licenziato dalla commissione Affari generali prevedeva che le strutture private fossero di «particolare valore artistico, culturale, storico, paesaggistico e architettonico». Requisiti che avrebbero reso quasi impossibile l’accesso a molti ristoratori del territorio. A quel punto il testo era ritornato in commissione per ammorbidire le regole. Il parlamentino, presieduto dalla consigliera Silvana Spanu, aveva quindi previsto due semplici criteri per la qualità delle strutture: i privati possono proporre location che garantiscano «il decoro connaturato all’evento» e che siano «idonee a norma di legge». Criteri meno stringenti che però, evidentemente, non hanno comunque convinto gli imprenditori sorsensi a rispondere alla manifestazione di interesse.

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