La Nuova Sardegna

Sassari

Chiosco demolito a Sorso, chiesto maxi risarcimento

di Salvatore Santoni
Chiosco demolito a Sorso, chiesto maxi risarcimento

Il gestore della Vozza si rivolge al Tar: la struttura “precaria” era autorizzata. Ora il Comune rischia di dover pagare 300mila euro di danni a Mario Doneddu

04 novembre 2018
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SORSO. Trecentomila euro. È il conto salatissimo che il Comune di Sorso potrebbe dover pagare a un ristoratore per aver demolito il suo chiosco sul mare.

Mario Doneddu, il gestore della Vozza, ha infatti presentato un ricorso al Tar chiedendo ai giudici di decidere a favore del mega risarcimento per la struttura che sorgeva alla foce del fiume Silis, nell’ottava discesa a mare, e che lo scorso mese di giugno è stata spazzata via dalle ruspe del Comune. La storia. Il chiosco La Vozza fu costruito su un terreno privato che si affaccia sulla foce del rio Silis con un’autorizzazione edilizia rilasciata dal Comune nel 1988. La struttura era destinata ad attività commerciale con bar e ristorante che Mario Doneddu ha gestito dal 1998. Le ordinanze. I problemi sono cominciati nel mese di luglio del 2015 quando al gestore è stata notificata la prima ordinanza di demolizione, con la quale il Comune ha contestato precisi abusi edilizi: la realizzazione di un piazzale di 190 metri quadri, di un forno e di due vani aggiuntivi per un totale di poco più di 50 metri quadri. Qualche mese più tardi, a novembre dello stesso anno, Mario Doneddu ha ricevuto un’ulteriore ordinanza dove sono indicate le stesse opere abusive ma con un’aggiunta: l’ordine di demolizione dell’intera struttura.

Le ruspe. La situazione si è trascinata fino a metà del 2016, quando il Comune ha dato dieci giorni di tempo per ottemperare al ripristino dello stato dei luoghi. Cosa che il gestore ha deciso di fare demolendo le opere non conformi indicate nella prima e seconda ordinanza. Avanti veloce fino al mese di gennaio del 2018, quando dagli uffici comunali iniziano a partire le notifiche per gli interventi sostitutivi a carico di sei concessionari di altrettanti chioschi sulla fascia costiera. Per arrivare fino allo scorso mese di giugno, quando la ditta esterna incaricata dal Comune demolisce La Vozza lasciando il gestore in ginocchio.

Il ricorso. A quel punto l’imprenditore si è rivolto agli avvocati Michele Torre e Lia Casu, che hanno scritto il ricorso, inoltrato al Comune nelle scorse settimane. Secondo i legali è nel passaggio tra la prima e la seconda ordinanza «che si manifesta la slealtà che precede l’esecuzione del provvedimento di demolizione». Inoltre, l’ordine di demolizione e la conseguente esecuzione del provvedimento sarebbero «atti arbitrari poiché contrari al provvedimento di autorizzazione all’installazione della struttura a carattere precario rilasciata dal comune di Sorso nel 1998 senza termine di scadenza e mai espressamente revocata».

Maxi risarcimento. Fatto sta che il chiosco della Vozza non esiste più. Motivo per il quale – secondo gli avvocati – c’è un danno. E quindi una possibile richiesta di risarcimento. Il conto che Mario Doneddu presenta al Comune è bello corposo: circa 300mila euro. Il cosiddetto danno emergente è quantificato in poco meno di 200mila euro; e il lucro cessante, per il mancato fatturato 2018, in circa 60mila euro. Il resto è calcolato per compensare la perdita dell’avviamento commerciale faticosamente costruito vent’anni fa e per i canoni di locazione che il gestore continua a pagare al proprietario dell’area, per il quale ha firmato un contratto che scade nel 2023.

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