La Nuova Sardegna

Sassari

«Il ragazzo già condannato sui social»

di Gianni Bazzoni
«Il ragazzo già condannato sui social»

Aggressione, il difensore dell’indagato: «Ha paura». Il legale del minore picchiato: «Non si sono scusati, sms dopo il fatto»

17 novembre 2018
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PORTO TORRES. Ha avuto un capitolo (scivoloso e pericoloso) anche sui social la vicenda dell’aggressione e del pestaggio del minore avvenuto il giorno di Halloween alla passeggiata coperta. L’informativa dei carabinieri della compagnia di Porto Torres - che hanno svolto la prima parte delle indagini e stanno ancora sentendo altri testimoni e persone informate sui fatti - è sul tavolo della Procura del Tribunale per i minorenni di Sassari. Intanto sui social è successo di tutto e - attraverso canali per niente nascosti - sarebbero volate minacce e intimidazioni, qualcuno avrebbe anche pubblicato foto di alcuni dei minori coinvolti indicandoli come responsabili.

L’avvocato Alessandra Delrio, che difende uno dei tre minori indagati (al momento il reato ipotizzato è quello di lesioni personali gravi) ieri ha affermato che i familiari del suo assistito «sfiniti dal risalto mediatico della notizia» le hanno chiesto di intervenire «per chiedere rispetto da parte di coloro che leggono, commentano e giudicano».

L’avvocato sottolinea che «nessuno conosce la verità, chi sia il cattivo e chi la vittima». Del suo assistito e dei familiari dice che si tratta «di persone semplici, la madre appresa la notizia si è recata spontaneamente dai carabinieri per capire, comunicare e collaborare». E aggiunge: «Mi ha detto che avrebbero voluto affrontare e condividere le tristi emozioni con i genitori dell’altro ragazzo, così come si faceva un tempo, quando gli adulti si confrontavano e insieme trovavano una soluzione. Non è stato possibile – sostiene il legale –, l’esito dell’incontro è stato funesto: il tentativo di dialogo è finito a suon di botte e minacce (aggrediti dai genitori della vittima senza avere neppure il tempo di proferire parola). Forse alcuni amanti della tastiera saranno felici dell’epilogo».

L’avvocato Delrio conclude sostenendo che anche il 14enne indagato ora ha paura e non vuole uscire di casa. E che a scuola alla madre sarebbe stato chiesto “che persone frequenta suo figlio? Ha altre querele?”. «Ebbene no, non ha precedenti, è un adolescente qualunque che va a scuola. Anche lui con la sua verità».

L’avvocato Sara Dettori (che tutela il minore picchiato e assiste i suoi genitori nella delicata vicenda) ieri ha concordato sul fatto che la notizia abbia avuto «risalto nei social con innumerevoli commenti (contro gli indagati) di una certa gravità e dai quali si prendono le distanze».

«Gli accertamenti su quanto è accaduto sono di competenza della procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni – ha affermato – possiamo però rilevare che la volontà conciliativa rappresentata dalla famiglia dell’indagato in questione (che dichiara di essersi recata presso l’abitazione della persona offesa per formalizzare le scuse), appare in netta contrapposizione con le accuse di avere subito minacce e lesioni». L’avvocato Dettori ritiene «le accuse infondate» e anzi «un tentativo di spostare l’attenzione da un grave fatto di bullismo - che ha determinato importanti lesioni -, verso un altro fatto, autonomo, secondario, che peraltro non viene neppure raccontato fedelmente». E sulle scuse, il legale del ragazzo picchiato, rimarca che «la volontà di formalizzare le scuse è incompatibile con il contenuto e il tono degli sms inviati dall’indagato per interposta persona, qualche giorno dopo i gravi fatti, sul telefono del mio assistito e già in possesso dell’autorità inquirente». L’inchiesta intanto prosegue.

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