La Nuova Sardegna

Sassari

Sara incanta Mogol con l’emozionante Non potho reposare

di Daniela Scano
Sara incanta Mogol con l’emozionante Non potho reposare

Esibizione in Umbria di una giovane dell’Unione ciechi «I complimenti del paroliere, la più grande soddisfazione» 

03 ottobre 2019
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SASSARI. Sara studia all’Università e quando ha un po’ di tempo libero canta in un coro. «Ho ereditato questa passione da mia madre – racconta –. Comunque ci tengo a dire che non sono una cantante, ma una corista». Oltre lo studio e la musica, Sara adora la sua Sardegna. Per questo, quando l’altro giorno le hanno chiesto di intervenire all’evento conclusivo di “Tutti parlano la lingua dei segni”, organizzato dall’Unione italiana ciechi in Umbria, Sara lo ha fatto intonando “Non potho reposare”, una delle più belle canzoni d’amore che siano mai state scritte. Ad ascoltarla c’era anche Giulio Rapetti, in arte Mogol. Quando Sara ha smesso di cantare, il grande paroliere italiano l’ha abbracciata e le ha sussurrato: «Canti meglio della Pausini». Un bellissimo complimento a una corista che pratica la dote rara della modestia. Infatti Sara racconta compiaciuta l’episodio, ma si schermisce: «Il fatto è che poco prima avevamo ascoltato i bambini cantare “Un amico è così”, proprio della Pausini».

Quella esecuzione e quel complimento sono state le due grandi soddisfazioni che la sassarese Sara Cocciu, 20 anni tra qualche giorno, studentessa al secondo anno del corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale dell’Università di Sassari, ha condiviso con tutta la sezione sassarese dell’Unione italiana ciechi che la ragazza ha rappresentato al Cet di Avigliano Umbro.

Si è conclusa con un emozionante fuori programma la recente trasferta dell’Uici di Sassari. È infatti toccato a Sara il compito di intonare il classico della canzone isolana di fronte a Mogol, presente all’evento nelle vesti di padrone di casa.

«Sara, corista dell’Insieme vocale Nova Euphonia diretto dal maestro Vincenzo Cossu – si legge in una nota dell’Uici di Sassari – , ha collaborato al progetto che si è concluso con una esibizione fuori dal comune: i bambini, accompagnati e diretti dall’insegnante Paola Torcolini, hanno cantato “Un amico è così”, rigorosamente nella lingua dei segni». «Si tratta di una tappa del percorso che abbiamo iniziato con il progetto “Nel buio c'è la luce” - spiega Franco Santoro, presidente dell’Uici sassarese - dedicato al tema della formazione agli insegnanti sulla disabilità sensoriale, visiva e uditiva. In questo senso, la collaborazione con esperienze sviluppate oltremare è un passo importante».

Sara, che è stata accompagnata all’assise dell’Uici dalla madre Patrizia Scanu, racconta divertita il retroscena di quella esecuzione in sardo che ha incantato Mogol. «È stata la moderatrice dell’evento Paola Torcolini a chiedermi, esplicitamente, una canzone della tradizione sarda – racconta –. La scelta è quasi inevitabilmente caduta su “Non potho riposare” e il pianista Alessandro Mariani mi ha accompagnato nella esecuzione». «Mogol è stato molto affettuoso – racconta la studentessa sassarese – e alla fine mi ha fatto un complimento bellissimo». Sara è modesta ma in realtà è stata lei, con il suo canto da usignolo, a fare un regalo a chi l’ha ascoltata cantare.

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