La Nuova Sardegna

Sassari

Muore in sala attrezzi, aperta un’inchiesta

di Luca Fiori
Muore in sala attrezzi, aperta un’inchiesta

Castelsardo: Giovanni Bianco, 60 anni, ha avuto un malore durante l’allenamento. Disposta l’autopsia

04 ottobre 2019
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CASTELSARDO. Aveva quasi terminato la sessione serale di allenamento quando il suo cuore non ha retto allo sforzo e si è accasciato accanto a un amico che si stava allenando con lui all’interno della sala attrezzi nella palestra “New Gym” di Castelsardo.

Per Giovanni Bianco, 60 anni, culturista conosciutissimo nel mondo delle palestre e delle discoteche di tutto il nord dell’isola per il suo lavoro come buttafuori, martedì sera non c’è stato niente da fare. È stato il compagno di allenamento – resosi conto della gravità della situazione – a dare immediatamente l’allarme. Ma i soccorritori del 118 arrivati pochi minuti dopo sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo.

All’interno della palestra subito dopo sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Castelsardo che hanno avviato le indagini. La Procura della Repubblica ha deciso di far luce sulla vicenda e ha aperto un’inchiesta nella quale al momento non figurano indagati. Il sostituto procuratore Enrica Angioni ha disposto il sequestro della salma e i prossimi giorni affiderà l’incarico per eseguire l’autopsia. Il magistrato titolare dell’inchiesta vuole capire se a causare la morte del bodybuilder sia stata qualche sostanza proibita. Nel mentre il magistrato ha affidato ai carabinieri del Nas l’incarico di acquisire i certificati medici per la pratica dello sport rilasciati a Giovanni Bianco e le autorizzazioni della palestra. A marzo di quest’anno il culturista era finito nei guai quando proprio i carabinieri del Nas, guidati dal comandante Gavino Soggia, si erano presentati nella sua palestra per eseguire una serie di controlli nell’ambito di una attività disposta dalla procura della Repubblica di Padova. Nel corso delle perquisizioni a sorpresa erano saltati fuori 20 grammi di cocaina in pietra nascosta nel controsoffitto insieme a una ingente somma di denaro. Una settimana prima l’uomo era stato denunciato sempre dai carabinieri del Nas per ricettazione di sostanze dopanti: un migliaio di dosi ordinate per corrispondenza e a quanto pare destinate anche ai frequentatori della palestra. Ora la Procura della Repubblica vuole capire se la morte di Bianco possa essere legata a quei due sequestri.



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