La Nuova Sardegna

Sassari

Attentati e droga, chiesti 26 anni

di Nadia Cossu

A dicembre 12 arresti della squadra mobile. Ieri il pm ha sollecitato pene pesantissime per 10 imputati

12 ottobre 2019
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SASSARI. Ventisei anni di carcere e oltre 150mila euro complessivi di multa. Ieri mattina, davanti al gup Antonello Spanu, il pubblico ministero Beatrice Giovannetti ha concluso la sua discussione chiedendo pene pesantissime, comprese tra i quattro e i dieci anni di carcere, per dieci imputati nell’ambito di un’inchiesta che era stata condotta dalla squadra mobile di Sassari.

Era partito tutto una notte di inizio ottobre dello scorso anno, quando da una macchina che sfrecciava nella parte bassa di via Turritana erano partiti dei colpi di pistola contro le finestre di un’abitazione. Le indagini della polizia si erano da subito concentrate su Gianfranco Fattaccio, sassarese di 34 anni, ex compagno della donna che viveva nell’appartamento preso di mira dallo sparatore. Due giorni dopo quell’episodio, il principale indiziato per gli spari notturni aveva lasciato l’isola e per lui le manette erano scattate un mesetto dopo allo sbarco dalla nave, a Olbia. Ma nel mentre era partita una lunga e complessa indagine della squadra mobile che a dicembre del 2018 ha portato all’arresto di dodici persone per detenzione illegale di armi da fuoco, minacce, incendio doloso di alcune macchine (tra cui quella della ex di Fattaccio) e spaccio di sostanze stupefacenti. Altre quattro erano state iscritte nel registro degli indagati.

La svolta nelle indagini era arrivata “tracciando” gli spostamenti e le conversazioni di Fattaccio. Ascoltando le sue telefonate, gli investigatori guidati dal dirigente Dario Mongiovì erano riusciti a smantellare una rete di presunti spacciatori che, per regolare i conti con i debitori, non esitava a minacciare l’uso delle armi e, ancor peggio, utilizzava minorenni all’occorrenza (due erano stati segnalati alla Procura competente). Un prezioso aiuto era arrivato dalle telecamere della videosorveglianza del Comune.

Una banda che la polizia aveva definito priva di scrupoli e che impiegava anche minorenni per raggiungere i suoi scopi. E questa aggravante avrebbe contribuito ad “appesantire” le richieste del pm. Fattaccio (difeso dall’avvocato Silvia Ferraris) aveva patteggiato a giugno 4 anni e 8 mesi, due anni e 8 mesi aveva patteggiato invece sua cognata Claudia Puggioni mentre Antonio Fattaccio (marito di quest’ultima e fratello di Gianfranco) era stato rinviato a giudizio e affronterà il processo con rito ordinario (entrambi sono difesi dall’avvocato Stefano Porcu). A dibattimento anche Gabriele Moraccini che era stato scarcerato dal Riesame dopo venti giorni passati a Bancali. Avevano invece scelto l’abbreviato (e sono comparsi ieri davanti al gup) Andrea Pintadu (chiesta per lui una condanna a 10 anni), Gabriele Serra e Gabriele Ru, Massimiliano Leoni, Anna Rosa Casula, Alessandro Curreli, Marco Pani e Manuel Ovidio Biotti. Per ciascuno di loro è stata chiesta la condanna a sei anni, mentre per altri due imputati (si tratta di Fresi e Casu, che non erano stati arrestati) chiesti quattro e sei anni.

A novembre inizierà la discussione dei difensori Maria Antonietta Bacciu, Maurizio Serra, Nicola Satta, Claudio Mastandrea, Paolo Spano, Andrea Piroddi, Raffaele Rocco, Marco Palmieri, Luca Sciaccaluga.

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