La Nuova Sardegna

Sassari

La ricorrenza 

Alla scoperta di Sa die de sos mortos

Alla scoperta di Sa die de sos mortos

I bambini di Padria in biblioteca per conoscere le tradizioni locali

05 novembre 2019
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PADRIA. È una “costante resistenziale” che si va allargando, e che tocca di giorno in giorno un numero sempre crescente di comuni, quella di rigettare con orgoglio le “tradizioni importate”, e di rivendicare invece la propria cultura, le proprie usanze, le proprie memorie.

Molti ormai lo fanno contro l’americaneggiante – seppure di origini più vicine a noi – e dilagante Halloween, riscoprendo le ricorrenze che caratterizzavano la vita delle comunità sarde. Fra di essi, anche Padria, che grazie al lavoro delle operatrici della biblioteca comunale e dello sportello linguistico, ha riscoperto la tradizione de “Sa die de sos mortos”, coinvolgendo i bambini nelle attività a quella ricorrenza legate.

Il successo è stato grande, e gli organizzatori ne rivendicano il senso: «Abbiamo trascorso una bellissima serata in biblioteca – scrivono – con l’intento di valorizzare la cultura e le tradizioni legate a “sa die de sos mortos”. La trasmissione ai più piccoli di questi saperi è avvenuta grazie anche all’intervento di Caterina Fara, Patrizia Secci e Maria Angela Monti, che hanno raccontato ciò che si faceva durante questa ricorrenza, quando loro erano bambine. La piccola Rebecca del libro di Claudia Zedda ci ha tenuto compagnia durante la preparazione dei papassini. Grazie a Lucia Sechi e Istituto di Studi e Ricerche Camillo Bellieni, a Federica Mele del Servizio Civile Padria, ai bambini e alle mamme che hanno partecipato con tanto entusiasmo».

Come si vede, ci vuole poco, in fondo, per riaffermare quei tratti identitari che rappresentano l’ancoraggio per proiettarsi con piena consapevolezza verso le altre culture. Senza farsene colonizzare, come troppo spesso avviene con Halloween, ma aprendo un confronto con esse da cui più spesso di quanto si creda emergeranno affinità e sentire comuni.

Mario Bonu

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