La Nuova Sardegna

Sassari

Botte a compagna e carabinieri

di Salvatore Santoni

Movimentato episodio a Sorso: un giovane di 33 anni arrestato per resistenza e maltrattamenti

05 novembre 2019
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SORSO. Urla disumane e baccano incessante. È questa la scena che, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, si è consumata all’interno di un’abitazione di Sorso. Un 33enne è finito in manette dopo aver “accolto” i carabinieri – intervenuti per sedare presunti maltrattamenti in famiglia – sferrando calci, pugni e una testata.

È circa mezzanotte e tra le mura domestiche c’è un uomo tutt’altro che sobrio che discute animatamente con la compagna. Non si capisce bene cosa succede in quella casa, ma i vicini di casa percepiscono chiaramente le richieste di aiuto di una voce femminile.

La cosa va avanti per qualche decina di minuti, finché la situazione sembra precipitare. Qualcuno nel quartiere, allora, chiama il 112 per dare l’allarme, e sotto all’abitazione arriva immediatamente una pattuglia dei carabinieri di Sorso.

I militari, guidati dal comandante Alessandro Masala, capiscono al volo che davanti hanno una situazione difficile. Tanto per cominciare, il giovane oppone resistenza. Sembra infatti non avere alcuna intenzione di far entrare i militari in casa propria e comincia a dare in escandescenze.

Dopo aver varcato la soglia, i militari si ritrovano davanti la compagna dell’uomo che piange a dirotto e lui che barcolla vistosamente inveendo contro tutto e tutti. Il giovane comincia insultando le divise ma poi si spinge anche oltre: la situazione degenera all’improvviso. Il 33enne inizia infatti a dimenarsi, sferra calci e pugni contro i militari.

Una furia che va avanti per alcuni interminabili minuti e che il giovane sfoga contro gli uomini della pattuglia. Mentre scalcia e cerca di divincolarsi dalla stretta, a un certo punto, sempre più agitato colpisce uno dei carabinieri con una testata in pieno volto.

La colluttazione va avanti per qualche minuto e si risolve anche grazie al supporto da parte di altri carabinieri, arrivati nell’abitazione per dare manforte ai colleghi. A quel punto ai polsi del 33enne scattano inevitabilmente le manette.

Il giovane viene portato in caserma, dove però non è rimasto a lungo. Dopo alcune verifiche, le forze dell’ordine interessano del problema la Procura di Sassari. Il magistrato di turno, vista la gravità della condotta contestata al 33enne, convalida l’arresto, Non dispone però la custodia in carcere ma la misura degli arresti domiciliari con l’accusa di resistenza e maltrattamenti in famiglia.

La donna, vistosamente terrorizzata dall’accaduto, non ha voluto o forse non è ancora riuscita a raccontare ai militari come sono andate esattamente le cose e se l’episodio di violenza si fosse verificato altre volte.

Tra l’altro il 33enne non è nuovo a situazioni del genere. Già in passato, infatti, il giovane arrestato era finito in manette proprio per fatti simili: ha precedenti specifici in tema di maltrattamenti familiari.

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