La Nuova Sardegna

Sassari

Nelle coste dell’Asinara arriva lo “spazzamare”

Nelle coste dell’Asinara arriva lo “spazzamare”

È diventato operativo il progetto per l’ispezione delle acque e il recupero di rifiuti galleggianti

05 novembre 2019
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PORTO TORRES. È diventato operativo il progetto “Spazzamare” finanziato dal ministero dell’Ambiente – con un importo di 75mila euro – che impegna l’Amp dell’Asinara in un lavoro di operazioni ordinarie di ispezione e controllo degli specchi acquei di competenza. Si tratta di interventi di recupero di attrezzi da pesca illegali o abbandonati e di attività di raccolta di rifiuti galleggianti e pulizia del mare.

Il progetto avrà una durata annuale ed è dotato di una imbarcazione specifica, con il coinvolgimento di due figure professionali in grado di lavorare a bordo dello spazzamare e di portare avanti le attività previste. Le operazioni di recupero dei rifiuti avvengono sia a mare, tramite raccolta manuale con coppo, sia sul litorale ad opera degli addetti contrattualizzati nel progetto. Durante le mareggiate invernali i circa 110 chilometri di costa dell’Asinara, in particolare l’interno delle piccole cale, diventano luoghi di deposito naturale dei rifiuti galleggianti che vengono trasportati dalle correnti e provengono da siti molto lontani come le coste spagnole e francesi. Il battello è stato impiegato per la bonifica di queste zone di deposito con l’ausilio di una piccola imbarcazione, usata come mezzo di appoggio per trasferire sul mezzo i rifiuti raccolti a terra, che successivamente vengono trasferiti all’interno di un cassone posizionato a Cala Reale. Qua si fa una prima cernita per differenziare i rifiuti, in vista del conferimento alle ditte preposte allo smaltimento definitivo. Si prevede di recuperare dal mare circa 5mila chili di plastica e dal fondale altri 1000 chili di copertoni. «Questa attività è tra le più importanti del nostro ente – dice il vicepresidente del Parco, Antonio Diana – ed è fondamentale perché ci consente di mantenere le coste dell’isola libere dal materiale che purtroppo si spiaggia periodicamente». Il direttore Vittorio Gazale plaude all’inserimento dell’attività all’interno del progetto Clean Sea Life: «Per l’elevato valore didattico, infatti, i bambini delle scuole che partecipano al progetto prendono coscienza dell’importante problema dei rifiuti marini e partecipano alla loro classificazione e provenienza». (g.m.)

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