La Nuova Sardegna

Sassari

Botte a uno studente caccia aperta al branco

di Gavino Masia
Botte a uno studente caccia aperta al branco

Il 19enne frequenta l’istituto Nautico: accerchiato e picchiato in piazza Veneto L’avvocato: «La famiglia minacciata anche via web, pericolose sfide tra giovani»

07 novembre 2019
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PORTO TORRES. Dalle minacce via web all’aggressione fisica. Una situazione apparentemente senza controllo sulla quale ora stanno svolgendo le indagini i carabinieri della compagnia di Porto Torres dopo che un 19enne, Salvatore Sircana, è stata circondato da più persone in piazza Veneto e colpito con un oggetto. Il ragazzo ha avuto cinque giorni di cure e accompagnato dal suo legale ha presentato denuncia.

«Nei mesi scorsi ci sono già stati episodi di aggressione mediatica contro la famiglia Sircana e di recente anche l’aggressione fisica nei confronti di uno dei figli: il ragazzo si è recato in caserma per denunciare il fatto, perché era spaventato dall’ennesimo episodio perpetrato contro il suo nucleo familiare».

Cosi l’avvocato Alessandra Maria Delrio, legale della famiglia Sircana, che sottolinea lo stato emotivo che stanno vivendo i genitori dopo l’aggressione contro il figlio Salvatore. Il ragazzo, classe 2000 e studente di quarta all’istituto Nautico, si è presentato ai carabinieri della compagnia di Porto Torres per denunciare una aggressione subita ad opera di alcuni coetanei in piazza Veneto, al quartiere Satellite. Il giovane ha anche consegnato un referto medico rilasciato dall’ospedale di Sassari, che attesta un trauma contusivo al volto e alla testa, con una prognosi di cinque giorni di cure. Una denuncia circostanziata da parte di Salvatore Sircana, che ha raccontato di essere stato colpito con un oggetto contundente alla presenza di altre persone. Una dinamica su cui i militari stanno ora indagando per appurare quanto è accaduto.

«Gli scontri tra ragazzi stanno diventando una sorta di “faida” incredibile a Porto Torres – aggiunge l’avvocata – e le minacce che ha subito finora questa famiglia, specie dopo l’ultimo grave episodio, hanno contribuito a generare una situazione di paura e preoccupazione. Sono persone per bene che si sono sentite improvvisamente al centro dell’opinione pubblica loro malgrado e sono ancora di più preoccupati che queste storie non finiscano più, danneggiando i loro figli».

Il legale punta il dito anche sul fatto che questa famiglia si sia sentita “sola”, soprattutto in tutto quel periodo in cui che avrebbe subito vessazioni attraverso i social. Un nucleo familiare senza nessun precedente penale, precisa l’avvocata Delrio – e alla ricerca di quella tranquillità venuta meno dopo l’aggressione al figlio.

«In tutto questo tempo la famiglia Sircana si è rivolta ai Servizi sociali per avere un supporto alla delicata questione, e ancora oggi hanno deciso di chiedere un sostegno e una tutela ai carabinieri per riportare la situazione alla normalità. Vogliono che finiscano queste “faide”, perché c’è il rischio che possano estendersi ad altre famiglie».

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