La Nuova Sardegna

Sassari

Paralisi negli uffici comunali di Bono

Paralisi negli uffici comunali di Bono

La minoranza: «Il personale si è ridotto di 9 unità e non si bandiscono i concorsi»

23 novembre 2019
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IBONO. «L’amministrazione individui al più presto soluzioni che garantiscano una regolare fruizione dei servizi alla popolazione». È il grido di allarme che il gruppo di opposizione “Rinnovamento e Rinascita” dell’amministrazione comunale di Bono ha lanciato tramite un’interrogazione depositata nei giorni scorsi. Il gruppo ha chiesto al sindaco Elio Mulas di riferire al consiglio per quale motivo, ad oggi, non abbia ancora provveduto ad indire le procedure concorsuali per la sostituzione del personale cessato e quali misure intenda adottare per far fronte al numero esiguo di personale in servizio che – spiegano i consiglieri di minoranza – «di fatto ormai da oltre due anni sta paralizzando l’intera macchina amministrativa».

«Una prima interrogazione – spiegano – fu presentata nel marzo scorso e il sindaco ci aveva assicurato che entro l’anno sarebbero stati banditi ed espletati ben quattro concorsi per la sostituzione del personale cessato. La situazione venutasi a creare sta creando forte disagio nell’erogazione dei servizi. A partire dal 2017, sono ben nove le unità lavorative che a vario titolo sono mancate negli uffici».

Gravi carenze vengono segnalate dai cittadini sulla gestione dell’ufficio dei Servizi sociali, che da diverso tempo opera in assenza della titolare. Non sono da meno le carenze nell’ufficio finanziario che da circa un anno opera con un'unica unità lavorativa effettiva. Cittadini e fornitori segnalano continui ritardi nella predisposizione degli atti di pagamento e nella relativa liquidazione.

«Anche l’ufficio tecnico – ha aggiunto la minoranza – è in forte crisi attualmente conta di due sole unità lavorative poiché una è stata spostata in altra amministrazione. Inoltre, l’ufficio finanziario si avvale ancora, da oltre due anni, di una unità di personale in pensione che svolge attività lavorativa gratuita. Sarebbe opportuno procedere alla sostituzione e lasciare che quella persona si goda la meritata pensione».

Elena Corveddu

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