Per 45 minuti in balìa dei banditi
di Luca Fiori
Serata da incubo per una 81enne: picchiata e tenuta in ostaggio in casa, riesce a fuggire. Due arresti
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POZZOMAGGIORE. Per quasi un’ora è rimasta in staggio di ostaggio di due malviventi incappucciati e spregiudicati, entrati con la forza nella sua casa di Pozzomaggiore per portarle via un po’ di contanti e i gioielli di una vita dai cassetti della camera da letto.
Percossa e minacciata di morte Liliana Pinna, vedova di 81 anni, è stata costretta a consegnare ai due banditi anche la tessera del bancomat e il pin. Ma nonostante lo choc e la paura la donna ha trovato il modo di fuggire in strada e dare l’allarme. Poche ore dopo per i due balordi sono scattate le manette mentre tentavano di prelevare altro denaro con il bancomat della vittima.
In carcere a Bancali – con l’accusa di rapina aggravata – sono finiti Antonello Masia, disoccupato di 32 anni e Costantino Cossu, allevatore di 24, entrambi di Pozzomaggiore proprio come la donna aggredita e rapinata.
I due giovani – entrambi incensurati – sono stati bloccati intorno alle 23 a Thiesi da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Siligo allo sportello del Banco di Sardegna. I militari li hanno notati mentre cercavano di prelevare dei contanti dopo essersi calati dei berrettini sul volto per non essere ripresi in faccia dalle telecamere di videosorveglianza della banca.
Poche ore prima, intorno alle 20.30, i due erano entrati nella casa della vittima – in via Mannu a Pozzomaggiore – indossando dei passamontagna e dei guanti. Dopo aver atteso che un parente, passato a trovare la donna prima di cena andasse via, i due sono entrati in azione.
Entrare in casa è stato semplicissimo: è bastato bussare alla porta e la donna ha aperto. Da quel momento per Liliana Pinna è iniziato un incubo durato circa 45 minuti. Dopo averla immobilizzata, percossa e minacciata di morte, i due uomini mascherati hanno cominciato a devastarle la casa in cerca di oro e contanti. Non soddisfatti del bottino fin lì acquisito, hanno continuato a minacciarla fino a quando la donna non ha consegnato anche il bancomat e il pin.
L’anziana però non si è persa d’animo e in un momento di distrazione dei malviventi è riuscita a darsi alla fuga da una porta sul retro e ad avvisare i vicini di casa, mentre i banditi fuggivano a bordo di un’auto lasciata poco distante.
«Aiuto, mi hanno rapinata – ha urlato l’ottantunenne – chiamate i carabinieri». L’allarme immediato al 112 ha fatto scattare una gigantesca caccia all’uomo in tutta la zona. I militari della compagnia di Bonorva, coordinati dal comandante Sebastiano Battino, hanno predisposto posti di blocco in vari punti strategici del Logudoro. La svolta intorno alle 23, quando una pattuglia di Siligo ha notato due giovani sospetti davanti al Banco di Sardegna di Thiesi. Le manette sono scattate con il supporto del nucleo operativo e radiomobile di Bonorva e dei militari di Giave, Mores e Pozzomaggiore. I carabinieri hanno recuperato poco meno di 2000 euro in contati, i gioielli e i passamontagna utilizzati per la rapina.
Poco dopo per i malviventi si sono spalancate le porte del carcere. Mentre Liliana Pinna è stata medicata dalla guardia medica e ha avuto cinque giorni di cure. Ma tutto sommato poteva andarle molto peggio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Percossa e minacciata di morte Liliana Pinna, vedova di 81 anni, è stata costretta a consegnare ai due banditi anche la tessera del bancomat e il pin. Ma nonostante lo choc e la paura la donna ha trovato il modo di fuggire in strada e dare l’allarme. Poche ore dopo per i due balordi sono scattate le manette mentre tentavano di prelevare altro denaro con il bancomat della vittima.
In carcere a Bancali – con l’accusa di rapina aggravata – sono finiti Antonello Masia, disoccupato di 32 anni e Costantino Cossu, allevatore di 24, entrambi di Pozzomaggiore proprio come la donna aggredita e rapinata.
I due giovani – entrambi incensurati – sono stati bloccati intorno alle 23 a Thiesi da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Siligo allo sportello del Banco di Sardegna. I militari li hanno notati mentre cercavano di prelevare dei contanti dopo essersi calati dei berrettini sul volto per non essere ripresi in faccia dalle telecamere di videosorveglianza della banca.
Poche ore prima, intorno alle 20.30, i due erano entrati nella casa della vittima – in via Mannu a Pozzomaggiore – indossando dei passamontagna e dei guanti. Dopo aver atteso che un parente, passato a trovare la donna prima di cena andasse via, i due sono entrati in azione.
Entrare in casa è stato semplicissimo: è bastato bussare alla porta e la donna ha aperto. Da quel momento per Liliana Pinna è iniziato un incubo durato circa 45 minuti. Dopo averla immobilizzata, percossa e minacciata di morte, i due uomini mascherati hanno cominciato a devastarle la casa in cerca di oro e contanti. Non soddisfatti del bottino fin lì acquisito, hanno continuato a minacciarla fino a quando la donna non ha consegnato anche il bancomat e il pin.
L’anziana però non si è persa d’animo e in un momento di distrazione dei malviventi è riuscita a darsi alla fuga da una porta sul retro e ad avvisare i vicini di casa, mentre i banditi fuggivano a bordo di un’auto lasciata poco distante.
«Aiuto, mi hanno rapinata – ha urlato l’ottantunenne – chiamate i carabinieri». L’allarme immediato al 112 ha fatto scattare una gigantesca caccia all’uomo in tutta la zona. I militari della compagnia di Bonorva, coordinati dal comandante Sebastiano Battino, hanno predisposto posti di blocco in vari punti strategici del Logudoro. La svolta intorno alle 23, quando una pattuglia di Siligo ha notato due giovani sospetti davanti al Banco di Sardegna di Thiesi. Le manette sono scattate con il supporto del nucleo operativo e radiomobile di Bonorva e dei militari di Giave, Mores e Pozzomaggiore. I carabinieri hanno recuperato poco meno di 2000 euro in contati, i gioielli e i passamontagna utilizzati per la rapina.
Poco dopo per i malviventi si sono spalancate le porte del carcere. Mentre Liliana Pinna è stata medicata dalla guardia medica e ha avuto cinque giorni di cure. Ma tutto sommato poteva andarle molto peggio.
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