La Nuova Sardegna

Sassari

Rubinetti a secco da giorni «Peggio del terzo mondo»

di Luca Fiori
Rubinetti a secco da giorni «Peggio del terzo mondo»

L’interruzione del servizio idrico ha scatenato indignazione anche sui social Problemi per anziani e disabili e negli asili. Corsa con i bidoni verso le autobotti

06 dicembre 2019
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SASSARI. Tre giorni da incubo. Un’intera città con i rubinetti a secco, costretta a fare i salti mortali per accudire anziani e disabili allettati e tenere aperte le scuole e gli asili per non creare un ulteriore disagio ai genitori. In molti quartieri bar e ristoranti ieri mattina – terzo giorno senz’acqua – si sono arresi e non potendo più offrire un servizio adeguato alla clientela hanno tirato giù la serranda.

La mazzata è arrivata prima di pranzo con la notizia del nuovo guasto sull’acquedotto Coghinas 2, gestito dall’ente acque Sardegna e che rifornisce di acqua grezza i potabilizzatori Abbanoa di Truncu Reale (al servizio di Sassari, Porto Torres e Stintino), Monte Agnese (Alghero) e Castelsardo. Un danno che ha ulteriormente aggravato l’emergenza idrica che in alcuni quartieri della città era già iniziata da martedì.

Per tutta la giornata la protezione civile del Comune, supportata dalla polizia locale e dalla compagnia Barracellare, è intervenuta in diverse strutture ospedaliere, portando acqua adatta all’igiene, anche personale, nelle residenze sanitarie e di cura, scongiurandone così la chiusura. Abbanoa ha predisposto invece un servizio con 14 autobotti in altrettanti punti strategici della città e in molti casi si è scatenata la corsa dei cittadini con i bidoni per assicurarsi almeno una doccia. Sui gruppi social più cliccati della città è montata l’indignazione con il dito puntato soprattutto contro l’amministrazione e Abbanoa.

«È una vergogna – spiega a fine mattinata Stefano Marchini del Gusta Vinho’s di via Arborea – stiamo provando a rimanere aperti per dare un servizio ai cittadini, ma nel pomeriggio saremo costretti a chiudere. È assurdo – conclude – che dopo tre giorni non si sappia ancora quando tornerà l’acqua. Siamo diventati peggio del terzo mondo».

Pietro Lai, titolare del ristorante Il Borgo di Torre Tonda per non tirare giù la serranda e lasciare a casa il personale ieri mattina ha dovuto usare l’ingegno. «Stiamo cucinando senz’acqua – spiega sconsolato il ristoratore – abbiamo fatto la pasta al forno e stiamo cucinando un po’ di secondi. Noi in realtà avevamo anche una bella riserva – conclude Lai – ma mercoledì sera avevano una festa di beneficenza con 250 persone e i serbatoi sono stati prosciugati». Dall’altra parte della strada, sempre in via Torre Tonda, si legge la disperazione nello sguardo di Piero Muresu del Cafè e ristorante Accademia. «Stamattina abbiamo contattato una ditta di autobotti – spiega sconsolato il ristoratore – ma nonostante la promessa di consegnarci un carico d’acqua per riempire le cisterne non si è visto nessuno». In via Università a dietro il bancone del suo baretto, che comunque è rimasto aperto, Fabrizio Leoni fa notare che l’assenza di acqua per tanti giorni «avrà prodotto una quantità enorme di plastica – spiega il barista – che si sarebbe potuta risparmiare».

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