Campu Perdu pronto a rinascere
La Sgb Lab ha illustrato il progetto di recupero del sito archeologico dell’Asinara
11 dicembre 2019
2 MINUTI DI LETTURA
PORTO TORRES. La società Sgb Lab – Raggruppamento temporaneo di professionisti sardi ed emiliani – ha presentato il progetto di recupero dell’area di Campu Perdu al consiglio direttivo del Parco nazionale dell’Asinara.
Nella sala riunioni della nuova sede dell’Ente, infatti, la società che si è aggiudicata la gara di progettazione ha illustrato lo studio di fattibilità del recupero della struttura che ospitava il carcere e dell’area vasta. Un piano ambizioso voluto dal Parco e che si inserisce all’interno delle linee guida del piano di gestione dell’area protetta, che vede Campu Perdu assumere un ruolo strategico nella ricettività dell’isola.
E’ prevista la realizzazione di un vero e proprio campus per la didattica e la ricerca scientifica, con sale mensa, alloggi e laboratori di mare e di terra, di flora e di fauna. Campu Perdu è tra le aree più delicate dell’Asinara, con stratificazioni nel tempo della presenza umana a partire dal neolitico e con l’insediamento delle domus de janas. Nei tempi più recenti invece, i campi di prigionia durante la Prima guerra mondiale e la diramazione carceraria a vocazione agricola. Questi segni del passaggio dell’uomo sono alla base della scelta dei lavori di recupero edilizio, che dovrà essere delicato nonostante incida su strutture fortemente compromesse anche se di grande valore storico e umano. L’importo per completare i lavori è stato stimato in circa 4 milioni di euro, dei quali la metà sono già disponibili al Parco attraverso finanziamenti comunitari, tramite la Regione Sardegna, e ministeriali.
«Si tratta di uno degli interventi maggiormente voluti da questo consiglio – dice il vicepresidente dell’Ente Parco Antonio Diana – e nei prossimi giorni verrà completato per l’approvazione formale: potenzierà il sistema della fruizione turistica sostenibile dell’Asinara e favorirà la crescita di nuova imprenditorialità del turismo compatibile». (g.m.)
Nella sala riunioni della nuova sede dell’Ente, infatti, la società che si è aggiudicata la gara di progettazione ha illustrato lo studio di fattibilità del recupero della struttura che ospitava il carcere e dell’area vasta. Un piano ambizioso voluto dal Parco e che si inserisce all’interno delle linee guida del piano di gestione dell’area protetta, che vede Campu Perdu assumere un ruolo strategico nella ricettività dell’isola.
E’ prevista la realizzazione di un vero e proprio campus per la didattica e la ricerca scientifica, con sale mensa, alloggi e laboratori di mare e di terra, di flora e di fauna. Campu Perdu è tra le aree più delicate dell’Asinara, con stratificazioni nel tempo della presenza umana a partire dal neolitico e con l’insediamento delle domus de janas. Nei tempi più recenti invece, i campi di prigionia durante la Prima guerra mondiale e la diramazione carceraria a vocazione agricola. Questi segni del passaggio dell’uomo sono alla base della scelta dei lavori di recupero edilizio, che dovrà essere delicato nonostante incida su strutture fortemente compromesse anche se di grande valore storico e umano. L’importo per completare i lavori è stato stimato in circa 4 milioni di euro, dei quali la metà sono già disponibili al Parco attraverso finanziamenti comunitari, tramite la Regione Sardegna, e ministeriali.
«Si tratta di uno degli interventi maggiormente voluti da questo consiglio – dice il vicepresidente dell’Ente Parco Antonio Diana – e nei prossimi giorni verrà completato per l’approvazione formale: potenzierà il sistema della fruizione turistica sostenibile dell’Asinara e favorirà la crescita di nuova imprenditorialità del turismo compatibile». (g.m.)
