La Nuova Sardegna

Sassari

«Più rappresentanti nel consiglio del Cip»

di Gavino Masia
«Più rappresentanti nel consiglio del Cip»

Discussa in commissione la mozione M5S per l’uscita dal Consorzio industriale Indicata l’esigenza di restare nell’Ente ma con più peso. Audizione di Pecorari 

21 dicembre 2019
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PORTO TORRES. La commissione consiliare Attività produttive ha discusso ieri mattina gli argomenti della mozione presentata dal gruppo consiliare pentastellato che paventava l’uscita del Comune di Porto Torres dalla carica di socio del Consorzio industriale provinciale. Il documento era stato infatti ritirato dal M5S durante la penultima seduta consiliare, soprattutto perchè tra le nuove figure apicali del Cip era stato nominato il rappresentante del Comune di Porto Torres, in qualità di vicepresidente, Claudio Pecorari. Una nomina prevista comunque dallo statuto dello stesso Consorzio, pur se mai utilizzata negli anni precedenti.

«Durante la riunione sono emerse diverse proposte – dice la presidente Loredana De Marco – e abbiamo concordato di invitare Claudio Pecorari in commissione per condividere le nostre richieste da presentare al consiglio di amministrazione del Cip: la più importante riguarda la mancanza di rappresentatività del comune di Porto Torres nel Consorzio industriale, quindi proponiamo di aumentarla attraverso l'aumento dei membri in rappresentanza del nostro comune o tramite il voto ponderato, che per diritto da la carica di presidente al rappresentante del Comune di Porto Torres. Qualora non ci fossero i termini per modificare lo statuto, valuteremo il recesso dal Cip». Una sorta di ultimatum da presentare nella prossima audizione di Pecorari in commissione, dunque, anche se l’uscita dal Cip non è stata per niente gradita dai consiglieri di opposizione. «Bisogna valutare tutti i pro e contro prima di uscire dal Consorzio – avverte il consigliere sardista Costantino Ligas –, ma soprattutto è fondamentale che la programmazione politica del Cip miri realmente alla valorizzazione del nostro territorio, sia attraverso il rispetto dell’ambiente sia con la creazione di opportunità occupazionali». La superficie del Comune all’interno del Cips è dell’86,68 per cento dell’intera area e le entrate dello stesso Ente dipendono per circa il 90 per cento dalle attività svolte nel comune turritano. Eppure i numeri della disoccupazione aumentano in maniera esponenziale in questi confini e rimangono solo le parole e le promesse. «Piuttosto che considerare una uscita dal Consorzio – aggiunge il consigliere Davide Tellini –, i cui effetti sono ad oggi sconosciuti, è sicuramente più utile concentrare l’attenzione sull’utilizzo delle aree consortili ad oggi fruibili solo per attività industriali e artigianali. Essendo mutati gli scenari economici - continua - sarebbe più importante una modifica del regolamento consortile per poter sfruttare gli spazi vuoti e i diversi capannoni di realtà purtroppo chiuse, a scopo commerciale piuttosto che ludico ricreativo, incentivando in tal senso il reinserimento di attività produttive».

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