La Nuova Sardegna

Sassari

L’Ersu si difende: mancano le risorse per le borse di studio

di Paoletta Farina
L’Ersu si difende: mancano le risorse per le borse di studio

Il presidente Sechi e il direttore Arghittu: «Nessuna inerzia. Aspettiamo i fondi dalla Regione per i 150 rimasti esclusi»

04 gennaio 2020
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SASSARI. «L’Ersu non assegna le borse di studio? La realtà è ben diversa ed occorre chiarezza senza alcuna polemica, ma nel rispetto della verità». Il presidente e il direttore generale dell’ente, Massimo Sechi e Antonello Arghittu, non ci stanno a passare come quelli che non vogliono pagare: «Rispettiamo la legge perché siamo un’amministrazione pubblica e quindi soggetta a verifiche e controlli, sappiamo di aver agito secondo gli iter previsti a tutela degli aventi diritto e vogliamo precisare cosa è accaduto, anche a salvaguardia dei nostri uffici, ingiustamente accusati di inerzia». E aggiungono: «Il vero nodo è un altro: se la Regione, come si è impegnato a fare l’assessore Biancareddu, non ci accrediterà 480mila euro di fondi che mancano per coprire tutte le assegnazioni, allora davvero non potremo erogare il beneficio a 150 studenti rimasti fuori dalla graduatoria».

La polemica sulle borse di studio era scoppiata nei giorni scorsi, dopo che un gruppo di esclusi si era lamentato e 9 studenti di Giurisprudenza avevano ricorso all’Ersu in autotutela, sostenendo di avere i requisiti. L’ente aveva replicato, erano intervenuti il rettore Massimo Carpinelli e il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Deriu. Intanto Sechi e Arghittu difendono l’attività dell’ente, che contribuisce alla vita sociale degli studenti, offre una mensa con pasti di qualità a chilometro zero e presto aprirà uno sportello medico per i fuori sede in via Padre Manzella, assicurando un’assistenza sanitaria in collegamento con l’Aou.

L’assegnazione delle borse. «Bisogna ritornare al passato quando avevano a bilancio, come avanzo di amministrazione 1 milione 700 mila euro per soddisfare al cento per cento le richieste degli studenti che ne avevano diritto. Per utilizzare queste risorse avevamo però la necessità di un’autorizzazione da parte della Regione –spiega il presidente Sechi –. Che però ha fatto un’altra scelta destinandole altrove. Scelta legittima in quanto nella prerogative della giunta regionale, ma che ci ha impedito di pagare subito e a tutti , come invece avremmo voluto, le borse di studio. «Così al 31 ottobre – prosegue – , alla chiusura della graduatoria per mancanza di fondi ci siamo ritrovati a lasciare fuori dal sussidio 611 studenti idonei. Nelle prime due settimane di dicembre, grazie a un trasferimento da parte dello Stato, e cioè il saldo Fis 2019 per un importo di un milione 200mila euro, e all’accreditamento del saldo della tassa regionale, siamo riusciti a ridurre il numero degli esclusi da 611 a 150». «Una corsa contro il tempo – afferma Antonello Arghittu – proprio per poter soddisfare l’attesa degli studenti. Non ci si può quindi accusare di non avere fatto il possibile per garantire il sussidio». Per le borse di studio l’Ersu sassarese spende 13 milioni 300 mila euro e ad averne beneficiato in quest’anno accademico sono stati 3750 universitari.

I ricorsi. «Sono stati nove gli studenti di Giurisprudenza che si sono opposti all’esclusione, quindi non cinquanta come è stato detto – dice Antonello Arghittu –. L’assegnazione avviene secondo i criteri del reddito, in base all’Isee, e del merito–. Alla chiusura della prima graduatoria, in 66 – e sono studenti di tutte le facoltà – erano rimasti esclusi o per il reddito (in 31) o per le certificazioni di merito (in 3). Poi , in seguito all’istruttoria, cinque giovani di sono stati riammessi».

Alloggi universitari. Presidente e direttore intervengono anche sullle residenze universitarie. «Sono stati assegnati 550 posti letto e per accrescere il loro numero stiamo portando avanti gli altri progetti in essere all’ex Brigata Sassari, in via Canopolo e nel campus di San Lorenzo. Già ora abbiamo uno dei più alti rapporti posti letto–universitari, che è di 1 a 13, ma quando si avvieranno i cantieri questo indice salirà anche se quest’anno abbiamo assegnato 15 posti fuori graduatoria, completamente coperta». Alla Brigata Sassari di Serra Secca (76 posti letto) i lavori sono bloccati da più un anno perché è stato rescisso il contratto per gravi inadempienze con la direzione dei lavori che è stata riassegnata dopo che il Tar ha dato ragione all’Ersu. A marzo il cantiere riaprirà e la consegna dei lavori è prevista per novembre prossimo. Tempi più lunghi per il campus di San Lorenzo (a disposizione ci sono 26 milioni di euro per 280 posti letto) a causa dei vincoli paesaggistici e idrogeologici presenti nell’area il cui utilizzo si è perciò ridotto da tre ettari alla metà. «Stiamo lavorando con il Comune per le autorizzazioni, ma non potremo iniziare i lavori prima di dicembre del 2021».

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