La Nuova Sardegna

Sassari

Codrongianos, si conoscono sui social e poi la stuprano

di Luca Fiori
Codrongianos, si conoscono sui social e poi la stuprano

Vittima una donna dell’Oristanese attirata in una trappola e abusata da due uomini in un casolare

17 gennaio 2020
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SASSARI. La scintilla era scoccata su Facebook e dopo qualche scambio di messaggi era stato concordato un incontro per vedersi finalmente di persona. L’emozione e la poesia per quel primo appuntamento per una cinquantenne di un paese dell’Oristanese si erano però trasformati – poco dopo la stretta di mano – nel peggiore degli incubi.

La donna era stata violentata ripetutamente dall’uomo di cui si era fidata e da un suo amico comparso improvvisamente all’interno di un casolare alla periferia di Codrongianos. Durante lo stupro la cinquantenne era stata fotografata con il cellulare e poi minacciata. «Se racconti questa storia a qualcuno – le avevano detto prima di persona e poi al telefono i suoi aguzzini – mostriamo queste foto a tua figlia».

La violenza brutale era stata consumata nella primavera del 2015, ma la vittima per tanto tempo non ne aveva parlato con nessuno. Sconvolta e terrorizzata era tornata a casa ma non aveva trovato il coraggio di denunciare l’accaduto.

L’inchiesta era partita solo un paio d’anni dopo, quando i carabinieri della compagnia di Porto Torres avevano captato una frase della donna durante un’intercettazione. «Mi sono fidata di tuo fratello – aveva detto la vittima parlando al telefono con un indagato per altre vicende legate ad ambienti nuoresi – non pensavo neanche lontanamente che avrebbe organizzato una trappola per approfittare di me».

La donna era stata convocata in caserma e davanti ai carabinieri aveva raccontato tutto, spiegando – in lacrime – di non aver mai avuto la forza di presentare una denuncia. Di uno dei due uomini aveva fornito nome e cognome ai carabinieri, il secondo lo aveva riconosciuto da una foto. Le indagini sono state lunghe e complesse ma dopo quasi cinque anni il cerchio intorno ai due presunti aguzzini si è finalmente stretto. Si tratta di due cittadini marocchini, entrambi di 33 anni, che i giorni scorsi sono stati raggiunti da un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Antonello Spanu nelle loro abitazioni di Olbia e di un paesino della provincia di Mantova, dove ora vivono. Per loro l’accusa è di violenza sessuale di gruppo. Il gip del tribunale di Sassari ha applicato a entrambi l’obbligo di dimora nel comune di residenza, il divieto di uscire di casa dopo le 20 di sera e prima delle 6 del mattino e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e quello di comunicare con lei attraverso qualsiasi mezzo.

Il giorno della violenza la vittima aveva seguito senza timore il 33enne conosciuto su Facebook nell’abitazione di Codrongianos in cui l’uomo viveva con i familiari. Una volta entrata nel salone era però stata sopraffatta dal 33enne e subito dopo anche dal suo amico che era comparso all’interno dell’abitazione. A quel punto era scattata la violenza. Un incubo durato qualche ora, prima che la donna potesse riprendere la macchina e tornare finalmente a casa.

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