La Nuova Sardegna

Sassari

Sanità a passo lento: il “Caso Sassari” approda in Regione

di Luigi Soriga
Sanità a passo lento: il “Caso Sassari” approda in Regione

Colonscopie sold-out per il 2020 e 8 mesi per la radioterapia In commissione si parlerà anche del nuovo ospedale

17 gennaio 2020
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SASSARI. La situazione della sanità è da codice rosso e il “Caso Sassari” a breve approderà sul tavolo della commissione regionale. Le emergenze all’attenzione del Consiglio saranno diverse, a cominciare dal problema delle liste di attesa insostenibili, dalla qualità dei livelli assistenziali che si sta abbassando, dalla prevenzione impossibile, la fallita integrazione funzionale tra Cliniche e Santissima Annunziata, le sale operatorie chiuse e per finire il pronto soccorso che annaspa.

«È probabile che già la prossima settimana il caso Sassari venga discusso in commissione Sanità – dice il consigliere regionale Antonello Peru (Cambiamo) – i tempi di attesa per effettuare la radioterapia sono diventati insostenibili nel Nord Sardegna. Uguale discorso anche per i tempi di attesa per esami diagnostici come gastroscopia e colonscopia. Inaccettabili ritardi anche per gli screening previsti dai Lea come le mammografie. Bisogna da subito inquadrare le emergenze, programmare interventi strutturali e far partire anche l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale, l’unica struttura capace di dare un drastico cambio di rotta».

2020 e liste sold-out. Le agende del Cup sono già sature e per tutto l’anno è impossibile prenotare una colonscopia. Questo nonostante le indicazioni ministeriali parlino di un limite massimo di 120 giorni per garantire un esame programmato. A Sassari, ma praticamente in tutta l’isola, le attese sono più che triplicate. Tempi biblici anche per le gastroscopie e per le mammografie, per le quali trovare un posto libero equivale a vincere al Lotto (le agende riaperte un giorno al mese per pochi fortunati).

Radioterapia e oncologia. Per effettuare cicli di radioterapia a Sassari si parla di circa otto mesi di attesa, un’eternità per un paziente oncologico che lotta per la vita. Così molti sono costretti a rivolgersi nei centri di altre regioni della penisola, lontano dall’assistenza dei propri cari e con disagi pesantissimi. Ai quali si aggiunge anche un costo altissimo per la Regione che ovviamente deve pagare per la mobilità passiva. Nel 2017 (ultimo dato disponibile) i pazienti sardi sottoposti a trattamenti chirurgici per patologie oncologiche sono stati 15 mila 850, di questi 1323 sono stati curati in strutture sanitarie fuori dalla Sardegna, quindi l’8,3%. Parliamo di quasi 90 milioni di euro all’anno che la Regione spende per ricoveri e prestazioni in altre regioni. Emblematico il dato sul tumore alla mammella che in Sardegna ha un’incidenza stimata nel 2019 di 151,7 casi ogni 100 mila abitanti. Nel 2017 le pazienti sarde che hanno subito un intervento alla mammella sono state 1658 e di queste ben 273 (il 16,5% del totale) si sono curate fuori dalla Sardegna.

Sale operatorie chiuse. All’ospedale civile si fa la fila per le sale operatorie insufficienti. L’intervento di alcuni pazienti poli traumatizzati è saltato proprio per l’indisponibilità dei locali chirurgici. Le sale attive attualmente sono 4 perché la quinta, destinata a neurochirurgia, è stata bloccata per effettuare lavori di manutenzione. E nel frattempo le tre sale nuove attendono da circa due anni di entrare in funzione. E sempre a proposito di locali non a norma, i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibili l’intero padiglione Clinica Medica e Patologia Medica, che perciò dovrebbero dovrebbero traslocare al Santissima Annunziata, ma non si sa quando.

Posti letto. La carenza di posti letto rispetto alla domanda è un altra emergenza da affrontare. L’Aou ha incaricato il bed manager (amministratore dei posti letto) di monitorare costantemente gli spazi liberi e razionalizzare la collocazione dei pazienti. Ma la discrepanza tra i ricoveri in ospedale e quelli alle Cliniche resta un dato di fatto. Medicina Interna registra oltre 2600 ingressi all’anno, Geriatria 1500, Medicina Urgenza oltre 2000. La sproporzione avviene anche nei ricoveri dal Pronto Soccorso: capitare che in un fine settimana, come quello dell’epifania, si registrino 20 ricoveri tra Medicina e Geriatria e zero ricoveri tra Clinica Medica, Patologia Medica e Malattie Infettive. Questo nonostante Assl e Aou facciano parte di un’unica grande struttura. Almeno sulla carta.

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