La Nuova Sardegna

Sassari

Il sogno di una nuova piscina

di Gavino Masia

I numeri (800 praticanti) confermano che l’impianto privato del Libyssonis è ormai troppo piccolo 

22 gennaio 2020
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PORTO TORRES. Le pressioni della popolazione che frequenta l’unica piscina funzionante nel territorio comunale - aperta ufficialmente quattordici anni fa al pubblico di tutte le età - hanno convinto l’amministrazione comunale a valutare seriamente la possibilità di realizzare un nuovo impianto natatorio comunale.

Di questa concreta possibilità si è discusso ieri mattina nella commissione Cultura – alla presenza dei gestori della piscina Libyssonis e degli assessori Marcello Zirulia e Mara Rassu – per conoscere i dati relativi alle frequenze annuali delle persone che frequentano l’impianto natatorio privato e portare avanti la proposta di una nuova struttura natatoria.

I numeri. Ad oggi praticano il nuoto diverse centinaia di cittadini, circa 800, di tutte le età. Dai 0-3 anni, ai bambini, ragazzi, adulti, terza età, allievi con disabilità intellettivo razionale, gli alunni del Liceo sportivo, utenti del nuoto libero, agonisti e pre-agonisti. La direzione sportivo sociale data dalla gestione ha sempre contraddistinto la struttura turritana rispetto agli altri impianti dell’Isola, facendo si che i progetti “Gavino il Bagnino” e il “AlbatroSS” avessero riconoscimenti a livello nazionale. Non ultimo quello di quest'anno, che vede la scuola nuoto federale della piscina Libyssonis tra le prime 10 in Italia nella formazione degli assistenti bagnanti.

Piscina comunale. Le numerose frequenze nell’impianto natatorio esistente hanno ristretto gli spazi a disposizione. Sono infatti poche le 4 corsie rispetto alle 6 di una piscina comunale, che potrebbe ospitare delle manifestazioni e dare la possibilità di allargare l'offerta. L'esigenza è infatti quella di avere una struttura che possa offrire un servizio 12 mesi l'anno contro gli attuali 9. Un'apertura estiva consentirebbe inoltre di ampliare l'offerta ai cittadini e ai turisti che vogliano passare una giornata alternativa al mare. Una piscina accessibile a tutti, compreso gli atleti paralimpici che ad oggi hanno difficoltà a svolgere l'attività sportiva nell'attuale piscina. Le opzioni sono varie, ma attualmente la più conveniente risulta essere un partenariato pubblico privato. Dove i costi della gestione della struttura non ricadano sull'amministrazione, come al contrario accade negli attuali impianti sportivi comunali.

Presidente Fin. «Negli ultimi anni gli atleti olimpici e paralimpici che nuotano nella piscina di Porto Torres sono in continua crescita – ha ricordato il presidente della Federazione italiana nuoto e delegato regionale della Finp, Danilo Russu – e le presenze ai campionati italiani rappresentano una costante e la qualità dei nuotatori è oramai una certezza che conferma la qualità della gestione: non a caso la certificazione della scuola nuoto federale garantisce la qualità degli istruttori e allenatori che operano nel centro natatorio». Nel nord Sardegna ci sono comuni con una popolazione minore che possono vantare la presenza di una piscina concepita per l'utilizzo 12 mesi (Ploaghe, Ozieri e Perfugas), mentre a Porto Torres quella che anni fa doveva diventare una piscina comunale è il simbolo del degrado nel quartiere Oleandro.

L’assessore. «Quel fabbricato non risponde più alle necessità attuali – ha detto il vicesindaco Zirulia – e l’interlocuzione che abbiamo avuto con diversi soggetti privati non hanno avuto alcun esito: le proposte ricevute sono indirizzate verso la costruzione di una struttura ex novo, magari impegnando l’amministrazione con un mutuo o leasing».

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