La Nuova Sardegna

Sassari

Chiese profanate, sdegno degli ozieresi

Chiese profanate, sdegno degli ozieresi

Il sindaco Marco Murgia annuncia una riunione del comitato di sicurezza

23 gennaio 2020
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OZIERI. Dopo l’escalation di furti, aggravati dall’atto sacrilego della sottrazione delle ostie dalle chiese di San Nicola e Loreto, sono contrastanti i sentimenti diffusi tra gli Ozieresi. Il furto nelle chiese viene quasi unanimemente condannato, anche da chi non è credente, e se c’è chi parla di mancanza di rispetto per i valori cristiani (lo dicono Andrea e Luisella, spaventati dalla «perdita dei valori del sacro»), c’è anche chi, pur condannando la profanazione, si consola dello scarso bottino dei ladri.

Quella vicenda ha comunque steso un velo di inquietudine e – ferme restando le parole del vescovo Corrado Melis che invita i fedeli alla «preghiera per la riparazione degli errori dei sacrileghi» – anche il sindaco Marco Murgia si dichiara «preoccupato per il gesto sacrilego, che ha risvolti inquietanti» ma rassicura sul futuro, anche perché a breve «si riunirà il comitato per la sicurezza, perché la preoccupazione è grande soprattutto dopo un anno nel quale i reati a Ozieri erano stati in calo». Le parti politiche tutte non possono fare altro che condannare il gesto, e martedì il gruppo consiliare Prospettive ha preferito recarsi alle messe di riparazione piuttosto che alle commissioni comunali. Ma al di là della politica, è la cittadinanza che è divisa tra chi si sente sicuro («Ozieri è un posto sicuro, io mi sento tranquilla» dice Chiara) e chi invece bolla i furti come naturale conseguenza di una società in crisi. «Io dal canto mio mi sento sicuro – dice Gian Matteo del Bar Taras – perché le forze dell’ordine sono sempre presenti, la videosorveglianza funziona e io qui ho anche le telecamere interne». Come lui anche Lorenzo del Bar Torino, che però invoca anche un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine «che però capisco non possano essere dappertutto», dice. Anche perché come dice Gianni, un avventore, «sino a che ci sarà disagio sociale non potremo mai sentirci davvero al sicuro». Non tranquilli si sentono infatti Francesco del Bar Solinas («qui nessuno si sente al riparo dai furti», è la sua posizione) e Salvatore del Bar Polo, dove i ladri si sono introdotti due volte negli anni passati. Ma proprio dai bar arriva la notizia che le aziende che forniscono le slot si stanno organizzando privatamente per installare delle telecamere di sorveglianza sulle macchinette, per scongiurare ulteriori “assalti”. «Chi però come me abita in periferia - dice Giorgio - non potrà mai sentirsi davvero al sicuro».

Barbara Mastino

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