La Nuova Sardegna

Sassari

Annabel, il robot che può imparare a parlare

Annabel, il robot che può imparare a parlare

Progettato dall’università è stato inserito nelle “100 storie” più innovative nel rapporto Enel-Symbola

07 febbraio 2020
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SASSARI. Dai robot domestici a quelli per lo spazio. Cento storie italiane dal sud al nord che raccontano di tecnologie pronte a migliorare la vita delle persone: innovazioni applicate alle attività quotidiane, alla sanità, all’industria e alla ricerca.

È il Paese raccontato da Enel e Fondazione Symbola nel quarto Rapporto sull’innovazione Made in Italy “100 Italian robotics and automation stories”, presentato ieri a Roma dal Presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci e dall’Amministratore Delegato di Enel, Francesco Starace.

E, una di queste storie, arriva da Sassari e dalla sua università.

È la storia di Annabell ed è nata a Sassari nel 2015. A sentirla sembra una bambina, in realtà è una rete neurale artificiale: una macchina che impara ed elabora il linguaggio partendo (quasi) da zero realizzata dai ricercatori dell’Università di Sassari in collaborazione con l’Università di Plymouth, per studiare la nascita del linguaggio nell’uomo e realizzare macchine che si interfaccino in modo naturale con noi.

Più recentemente l’Università ha intrapreso in qualità di coordinatore scientifico il progetto “Cerbero”, volto all’elaborazione di metodi e strumenti per progettare Cyber Physical Systems, ossia sistemi complessi che, interagendo in modo intelligente con l’esterno, risolvano da soli i propri malfunzionamenti.

Tre i casi studio: l’esplorazione di Marte con la messa a punto di componenti robotiche capaci di fare autodiagnosi e autoriparazione dei guasti con poca energia; il monitoraggio degli oceani con la creazione di un drone sottomarino autonomo, in grado di gestire gli imprevisti del mondo subacqueo; la mobilità elettrica, con lo sviluppo di un’auto intelligente che dialoghi con il conducente e ne ottimizzi gli spostamenti.

Attualmente, con il progetto Aloha l’Ateneo partecipa all’implementazione di intelligenza artificiale nei dispositivi di uso comune: si cerca di creare sistemi che imparino per poi decidere autonomamente o supportare un utente nella sua quotidianità.

Progetti di eccellenza, che mettono Sassari nell’elite degli atenei, ben rappresentati nel rapporto Enel-Symbola in collaborazione con Fondazione Ucimu, che riunisce i costruttori italiani di macchine utensili, approfondisce la conoscenza di un comparto di eccellenza nazionale.

Robot e automi entrano nella vita di tutti i giorni, sempre più presenti nelle attività di pulizia domestica, in quelle ludiche o nei servizi di assistenza. A livello mondiale il mercato ha raggiunto il valore di 16,5 miliardi di dollari e solo nel 2018 sono state consegnate 422mila unità, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. L’industria italiana è sesta per il numero complessivo di robot industriali installati (69.142 unità nel 2018), preceduta da Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania. Per numero di pubblicazioni scientifiche, oltre 10mila, l’Italia è inoltre sesta al mondo nella ricerca robotica davanti a Francia, Canada, Corea del Sud e Spagna.

Per quanto riguarda il comparto industriale, la filiera della robotica italiana conta ben 104mila imprese, cresciute del 10% in cinque anni, con un totale di 429mila addetti. Milano guida la classifica con circa 12mila imprese e 110mila addetti; seguono Roma con 11mila imprese e 63mila addetti, Napoli con 5mila imprese e 13mila addetti, Torino con 5mila imprese e 25mila addetti e, con circa 2mila imprese tra Brescia, Padova, Bari, Bologna, Firenze, Monza e Brianza, Bergamo e Salerno.

La robotica italiana arriva anche nello spazio: sono Made in Italy, infatti, diverse tecnologie utilizzate sulla sonda robotica della Nasa InSight, sbarcata su Marte nel 2018, e su quelle che nel 2020 saranno utilizzate nella missione ExoMars per lo studio del terreno marziano, come la semisfera catarifrangente Larri (Laser Retro-Reflector for InSight) che fornirà la posizione del lander sulla superficie di Marte, sviluppata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).



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