La Nuova Sardegna

Sassari

La triste storia dei negozi con le serrande abbassate

di Gavino Masia
La triste storia dei negozi con le serrande abbassate

La crisi del commercio è inarrestabile, la situazione è stata a lungo sottovalutata Servirebbe un piano mirato per migliorare l’accoglienza dei turisti tutto l’anno

09 febbraio 2020
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PORTO TORRES. Le attività commerciali del centro cittadino continuano ad abbassare le serrande travolte dalla crisi economica e dalla polverizzazione dell’offerta merceologica. Da anni sono scomparse le piccole botteghe che animavano il corso Vittorio Emanuele, fagocitate dalla grande distribuzione e dalle offerte presenti nel web. La rivendita Benetton e la boutique per donna Multimira hanno chiuso l’attività a Porto Torres da oltre un anno - seguite dallo storico negozio, nato nel 1957 come sartoria, di Paola Falchi - e negli ultimi mesi anche la sala giochi del Corso e il negozio di giocattoli di via Sassari hanno spento le luci. Ma quali potrebbero essere a livello locale le linee sulle quali si può agire per rianimare il commercio e riportare la gente a frequentare la lunga passeggiata commerciale?

«Servono iniziative locali di carattere fiscale che annullino per un quinquennio le tasse comunali per le nuove aziende – dice l’ex presidente del Centro commerciale naturale “Botteghe Turritane”, Adriano Solinas –, che coinvolgano gli enti pubblici, le associazioni rappresentative delle aziende e gli stessi imprenditori: un’azione che supporti chi tiene aperti con grandi sacrifici i propri locali e che invogli i proprietari dei locali sfitti a metterli sul mercato».

Dalle valutazioni svolte nei mesi scorsi dal Centro naturale si calcolano circa 24 giorni di eventi estivi persi negli ultimi anni – ovvero un patrimonio economico e lavorativo venuto meno – su cui bisogna assolutamente invertire il trend come sta avvenendo in altre centri dell’area vasta. «Bisogna combattere la globalizzazione dei mercati – aggiunge Solinas –, curando le nostre tradizioni, le nostre potenzialità, la nostra particolarità. Cominciando dalla rivisitazione del centro cittadino e di tutti i quartieri in un'ottica di vera accoglienza turistica, intervenendo sull’arredo urbano presente (confusionario e disordinato), sulla illuminazione pubblica (abbiamo un centro spento, buio, illuminato solo dalle poche attività che ancora resistono) e sulle pavimentazioni delle piazze principali oramai in stato di totale degrado».

Secondo l’indagine di “Botteghe Turritane” anche i proprietari delle case potrebbero sfruttare le recenti normative fiscali per ridare decoro ai numerosi edifici oramai fatiscenti. In modo da programmare un centro cittadino sempre più collegato all'area portuale, per avvicinare le navi alla città, dove prevedere anche una location per eventi importanti di respiro regionale. Una valorizzazione del Lungomare che parta dallo scalo marittimo e si colleghi con i progetti di sviluppo turistico previsti in piazza della Renaredda e nella baia di Balai. «Noi abbiamo il mare e una bella costa – ricorda Marcella Zucca della profumeria Armonie –, però quando vado a passeggiare nel litorale rischio continuamente di cadere nella pavimentazione-trappola dei marciapiedi del Lungomare e nella pista ciclabile che si presenta degradata in diversi punti del percorso. Nel centro cittadino è invece in atto da tempo una desertificazione commerciale, perché Porto Torres non offre nessuna attrazione e la gente preferisce fare acquisti in altri centri. Ci sono infine le strutture che possono ospitare grandi eventi come il Teatro Parodi, che sono incredibilmente inagibili da mesi».

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