La Nuova Sardegna

Sassari

Delitto di Alghero, il Ris chiede ancora tempo per identificare Speranza

Delitto di Alghero, il Ris chiede ancora tempo per identificare Speranza

Il perito incaricato dalla Procura presenterà i risultati solo tra quindici giorni. Le tute bianche entreranno nella casa dei genitori di Massimiliano Farci

11 febbraio 2020
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SASSARI. Ci vorranno altri quindici giorni per identificare con certezza il corpo trovato il 30 gennaio scorso in un cespuglio di Monte Carru alla periferia di Alghero.

Lunedì mattina in Procura a Sassari il maresciallo maggiore Gavino Piras del Ris di Cagliari ha ricevuto l’incarico dal sostituto procuratore Beatrice Giovannetti di comparare il profilo del dna del corpo in avanzato stato di decomposizione – gettato lo scorso 6 dicembre in un campo a qualche chilometro dalla città catalana – con quello dei genitori di Speranza Ponti, la donna scomparsa nel nulla poco più di due mesi fa.

La quasi totale certezza che si tratti della 50enne di Uri non basta agli inquirenti per poter dare il nulla osta alla tumulazione. Per completare gli esami il perito nominato dalla Procura ha chiesto due settimane di tempo.

Mercoledì intanto le tute bianche dei Ris, dopo i rilevi nella casa di via Vittorio Emanuele ad Alghero in cui vivevano Massimiliano Farci e Speranza Ponti e nella pizzeria di via XX Settembre, effettueranno un sopralluogo anche nella casa dei genitori dell’ergastolano in via Sassari.

Gli inquirenti stanno cercando di smontare la tesi di Farci che durante l’interrogatorio aveva detto che la fidanzata si era tolta la vita nell’appartamento in cui la coppia viveva in affitto. L’uomo, condannato all’ergastolo per un omicidio commesso 21 anni fa, aveva detto ai carabinieri di aver portato via il corpo dall’abitazione al terzo piano e di averlo deposto in un luogo che Speranza amava per paura che nessuno gli avrebbe creduto visto il suo passato.

I carabinieri della compagnia di Alghero, a cui si erano rivolti i familiari della donna, sono convinti invece che Farci possa aver ucciso la fidanzata per i soldi. La donna, che aveva venduto un appartamento a Genova e si era licenziata per trasferirsi ad Alghero, aveva in banca una discreta somma di denaro. Dopo la scomparsa improvvisa della 50enne, Farci aveva fatto credere a tutti che Speranza si fosse allontanata volontariamente.

Gli investigatori dell’Arma, guidati dal capitano Pietro Barrel, avevano iniziato a tenerlo d’occhio e si erano accorti che l’uomo si era impossessato del profilo facebook della fidanzata da cui aver scritto di trovarsi in Spagna. A incastrarlo erano state le telecamere di un istituto bancario che lo avevano ripreso mentre prelevava del denaro con il bancomat di Speranza. Poco dopo erano scattate le manette. (l.f.)
 

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